Cultura

Benedetto XVI, il messaggio per la Giornata della Pace

Nella verità la pace. Si intitola così il primo messaggio del Papa tedesco per la Giornata della Pace. Una scheda

di Redazione

Nonostante alcuni segnali di speranza, il mondo e’ ancora lontano dalla ”verita’ della pace”, minacciata dalla ”menzogna”, dal terrorismo figlio di nichilismo e fondamentalismo, dalle discriminazioni, dalla violenza, dalle troppe armi, specie quelle nucleari, in circolazione. Per questo il Papa conferma la ”ferma volonta”’ della Chiesa Cattolica di lavorare per la pace e chiede per questo la collaborazione di tutti i cristiani, delle altre religioni e degli ”uomini di buona volonta”’. Il primo messaggio per la giornata della pace (che ricorre il primo gennaio 2006) di Benedetto XVI ha affrontato un tema caro a Joseph Ratzinger, declinato piu’ volte in questi mesi e che il papa-teologo tiene a portare su un piano concettuale prima di quello concreto. Senza per altro risparmiarsi riferimenti ad una attualita’ che angoscia il pontefice, che invita a non lasciarsi trascinare da un ”ingenuo ottimismo”, indotto dai pur ”promettenti segnali nel cammino della costruzione della pace” in alcune aree del mondo, Palestina in particolare. Il messaggio, intitolato ”Nella verita’, la pace”’, affronta anche il ruolo dell’Onu, delle missioni militari di pace, del disarmo e del diritto internazionale.

– FERMA VOLONTA’ DI PACE: Il Papa ha confermato la ”ferma volonta’ della Santa Sede di continuare a servire la causa della pace”, chiedendo al mondo di fermare le menzogne che, come ci hanno insegnato le ideologie del secolo scorso, portano soppressioni e stermini. Benedetto XVI ha chiesto che ”nessuna falsita’ inquini i rapporti tra gli uomini, che appartengono tutti ”ad un unica e medesima famiglia. L’esaltazione esasperata delle proprie differenze contrasta con questa verita’ di fondo”.

– LA MENZOGNA DEI REGIMI DEL NOVECENTO: In relazione alla ”menzogna” e al ”dramma del peccato”, il Papa ha detto: ”Basti pensare a quanto e’ successo nel secolo scorso, quando aberranti sistemi ideologici e politici hanno mistificato in modo programmato la verita’ e hanno condotto allo sfruttamento ed alla soppressione di un numero impressionate di uomini e donne, sterminando addirittura intere famiglie e comunita”’.

– LA MINACCIA DEL TERRORISMO: La ”verita’ della pace” continua ad essere ”compromessa e negata in modo drammatico dal terrorismo” che e’ in grado di ”tenere il mondo in stato di ansia e di insicurezza”. Terrorismo figlio di ”nichilismo e fondamentalismo” accomunati ”da un pericoloso disprezzo per l’uomo e per la sua via e, in ultima analisi, per Dio stesso”. Il papa ha ricordato le parole di Paolo VI e Giovanni Paolo II che hanno denunciato ”la tremenda responsabilita’ dei terroristi” e condannato ”l’insensatezza dei loro disegni di morte”.

– NICHILISMO E FONDAMENTALISMO: i terroristi sono ”ispirati da un nichilismo tragico e sconvolgente” a fianco del quale c’e’ un ”fanatismo religioso”, un ”fondamentalismo” che ”puo’ ispirare e alimentare propositi e gesti terroristici”. Da una parte di nichilismo nega l’esistenza di Dio e la sua ”provvidente presenza nella storia; il fondamentalismo ne sfigura il volto amorevole e misericordioso, sostituendo a Lui idoli fatti a propria immagine”.

– DISARMO NUCLEARE: ”In una guerra nucleare non vi sarebbero dei vincitori, ma solo delle vittime”. Il Papa ha chiesto alla comunita’ internazione di fermare le spese militari e di ”rilanciare in maniera convinta e congiunta il disarmo”, che portera’ vantaggi ai paesi poveri. Anche se Benedetto XVI non ha citato alcun paese in particolare, ha chiesto a tutti i governi che in ”modo dichiarato o occulto possiedono armi nucleari, sia quelli che intendono procurarsele” di invertire ”congiuntamente la rotta con scelte chiare e ferme, orientandosi verso un progressivo e concordato disarmo nucleare”. Disarmo che dovra’ interessare complessivamente le spese militari di cui si assiste ad un ”aumento preoccupante”.

– FIDUCIA NELL’ONU: la Santa Sede riconferma la ”propria fiducia” nei confronti dell’Onu, auspicando un ”rinnovamento istituzionale ed operativo che la metta in grado di rispondere alle mutare esigenze dell’epoca odierna, segnata dal vasto fenomeno della globalizzazione”.

– SOLDATI IMPEGNATI IN OPERAZIONI DI PACE: ”Come potrei dimenticare i tanti soldati impegnati in delicate operazioni di composizione dei conflitti e di ripristino delle condizioni necessarie alla realizzazione della pace?”.

– SEGNALI PROMETTENTI: Il Papa registra con ”piacere” alcuni ”promettenti segnali nel cammino della costruzione della pace”, in particolare ”per le popolazioni martoriate della Palestina, Terra di Gesu’, e per gli abitanti di talune regioni dell’Africa e dell’Asia”.Percorsi di pacificazione, ricorda il Papa che sono ”segnali consolanti”,ma che chiedono di ”essere confermati e consolidati attraverso una concorde ed infaticabile azione, soprattutto dalla comunita’ internazionale”.

– NO INGENUO OTTIMISMO: Ma il Papa invita a non indulgere in un ”ingenuo ottimismo” visto che proseguono ”ancora sanguinosi conflitti fratricidi e guerre devastanti”. Da qui il monito alle autorita’ che ”invece di porre in atto quanto e’ in loro potere per promuovere efficacemente la pace, fomentano nei cittadini sentimenti di ostilita’ verso altre nazioni”, caricandosi in questo modo di ”una gravissima responsabilita’: mettono a repentaglio, in regioni particolarmente a rischio, i delicati equilibri raggiunti a prezzo di faticosi negoziati, contribuendo a rendere cosi’ piu’ insicuro e nebuloso il futuro dell’umanita”’. Anche se non e’ citato direttamente, le parole del papa non possono non far pensare al caso dell’Iran, gia’ criticato in occasione delle parole del presidente, Mahmud Ahmadinejad contro Israele.

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