Cultura

Benedetto XVI a 8mila volontari: grazie per ciò che fate e avete fatto

«i volontari non sono dei "tappabuchi" ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società»

di Redazione

«Ringrazio il sottosegretario Guido Bertolasoper ciò che fa per la società civile». Il Papa ha ricevuto circa 8 mila tra funzionari e volontari della Protezione Civile, accompagnati dal sottosegretario Guido Bertolaso e da Gianni Letta . Nel suo discorso, Benedetto XVI ha ringraziato il sistema della Protezione Civile per l’aiuto offerta ad importanti appuntamenti organizzati dalla Chiesa.   

«L’amore del prossimo non può essere delegato: lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo». Lo ha detto BenedettoXVI nel discorso agli 8 mila tra funzionari e veolontari del sistema della Protezione Civile accompagnati oggi in vaticano dai sottossegretari Bertolaso e Letta. «Sempre – ha ricordato – ci sarà solitudine. Sempre ci saranno anche situazioni di necessità materiale nelle quali è indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore del prossimo». Ed esso, per Papa Ratzinger, «richiede e richiederà sempre l’impegno personale e volontario”. Proprio per questo – ha scandito – i volontari non sono dei “tappabuchi” nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società. “Senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere”.

“Cari amici – ha continuato il Pontefice rivolto ai presenti – il vostro impegno è un servizio reso alla dignità dell’uomo fondata sul suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio. Oltre che custodi del territorio, siate sempre più icone viventi del buon Samaritano, conferendo attenzione al prossimo, ricordando la dignità dell’uomo e suscitando speranza”. “Quando una persona non si limita solo a compiere il proprio dovere nella professione e nella famiglia, ma s’impegna per gli altri, il suo cuore – ha concluso – si dilata. Chi ama e serve gratuitamente l’altro come prossimo, vive ed agisce secondo il Vangelo e prende parte alla missione della Chiesa, che sempre guarda l’uomo intero e vuol fargli sentire l’amore di Dio”.

Nel suo saluto al pontefice il capo della Protezione civile ha voluto anche difendersi dalle accuse che gli sono state rivole. «La Provvidenza ha voluto che questa udienza cadesse proprio in occasione dell’undicesimo mese della terribile tragedia del terremoto dell’Aquila – ha detto – pertanto è il proseguimento del dialogo che Lei ha voluto iniziare lo scorso aprile per realizzare il desiderio di ognuno dei presenti di conservare nella memoria e nel cuore il ricordo di questa giornata, in un momento in cui si vorrebbero confondere le responsabilità di alcuni e il merito di moltissimi».

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