Mondo

«Bene gli aiuti, ma gli investimenti sono meglio»

Il capo economista dell’istituto punta a una crescita dell’8%. Un traguardo ambizioso che necessità di strategie nuove. Per questo occorre contenere la corruzione ...

di Joshua Massarenti

«Puntare sulle piccole e medie imprese, favorire la formazione di mercati regionali, appoggiare investimenti sostenibili e arrivare a un tasso di crescita dell?economia dell?8 %». Sono le soluzioni proposte da Louis Kasekende, capo economista della Banca Africana dello Sviluppo (BAD-African Development Bank).

Vita: L?Africa ha iniziato a volare. Si tratta di una ripresa economica o un boom scatenato dai rincari di materie prime e dalla super domanda cinese?
Louis Kasekende: La Cina è sicuramente un fattore. Ma il fenomeno va oltre. C?è un numero sempre maggiore di Paesi che esportano petrolio, e che stanno registrando un alto tasso di crescita, come il Mozambico. Il clima è favorevole agli investimenti privati.

Vita: Negli ultimi due anni sono usciti alcuni libri che criticano gli aiuti e soprattutto il Fmi e la Banca Mondiale. Il tema comune sembra essere un ripensamento sul significato di ?aiuto?, che in questi anni non sarebbe servito. Quale è la sua posizione?
Kasekende: La prima domanda che ci si fa è se gli aiuti funzionano davvero. Dobbiamo dimostrare che è così. Ci sono degli esempi, come il Mozambico, la Tanzania, l?Uganda, dove gli aiuti sono stati effettivi. Tuttavia, ci sono alcune condizioni essenziali perché gli aiuti funzionino. Per quanto ci riguarda, vogliamo che gli standard siano rispettati. Per questo, a qualsiasi sospetto di corruzione segue un blocco nelle procedure.

Vita: In alcuni Paesi importanti come l?Algeria e la Nigeria però la corruzione rimane molto alta…
Kasekende: La Nigeria ha fatto molti passi in avanti negli ultimi 4 o 5 anni. Occorre darle credito. Anche il nuovo governo ha continuato con la lotta alla corruzione. Le riforme bancarie non sono state tra le priorità nella prima generazione di riforme in molti Paesi africani che ora, però, stanno recuperando. E c?è una crescente consapevolezza che guadagnare la fiducia del settore privato sia cruciale.

Vita: Le imprese con cui lavorate sono per l?80% piccole e medie. In un mondo globale, crede che lo sviluppo africano debba passare per forza da queste imprese?
Kasekende: Ci sono anche casi in cui la BAD supporta grossi progetti. Di recente abbiamo finanziato SCom e MedBank. Rimangono comunque le medie e piccole imprese a dare lavoro alla maggior parte della gente, specie nelle aree rurali.

Vita: Le compagnie cinesi sono molto attive in Africa. Quali le opportunità e quali invece i rischi?
Kasekende: Gli investimenti cinesi inizialmente erano concentrati sullo sfruttamento delle risorse naturali. Gli investimenti sono sicuramente una buona opportunità per l?Africa. La seconda è la crescita dell?occupazione. Per questo dobbiamo assicurarci che gli investimenti dei cinesi siano sostenibili e che vadano a beneficio della nostra gente.

Vita: Cosa vi aspettate dal Doha Round?
Kasekende: Gli ultimi sviluppi a Doha sono stati una grande delusione per noi. Speravamo di raggiungere un accordo che non è mai arrivato. Ora ci stiamo concentrando soprattutto sull? ?aiuto in cambio di sviluppo? (aid for trade) e stiamo organizzando un incontro tra ministri delle Finanze e del Commercio che si terrà tra l?1 e il 3 ottobre a Dar Es Salaam. Vogliamo discutere proprio di questo e di quale sarà il ruolo concreto del settore privato.

Vita: Quest?anno l?Onu ha pubblicato un rapporto sugli Obiettivi del Millennio. Il documento dice che il vostro continente non li raggiungerà…
Kasekende: Quello che più ci ha deluso è stato sapere che l?obiettivo – povertà non sarebbe stato raggiunto. Sappiamo che negli ultimi anni ci sono stati dei progressi, anche grazie all?alto tasso di crescita registrato. Ma sappiamo anche che questi tassi non aiuteranno i singoli Paesi. Pertanto dobbiamo imporci di arrivare ad un tasso di crescita almeno dell?8%.


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