Mia nipote ha la varicella. Sono andato a trovarla ed era intenta a giocare con una famosa console per videogiochi. Faceva lo step: su è giù dalla piattaforma seguendo le indicazioni a video. Al termine esce anche il risultato in termini di calorie bruciate. La guardavo e pensavo che una macchina un po’ più strutturata, ma neanche troppo, e un video un pò più interattivo, ma neanche troppo perché bastererebbe uno schermo 3D touchscreen, potrebbe trasformare quello che in apparenza è solo un supporto per lo svago in qualcosa di molto più sofisticato. Un’attività che utilizzando l’approccio del gioco (sempre più diffuso anche per la produzione di conoscenza) si spinge verso il wellness e la terapia, ad esempio interagendo con un operatori e altri utenti attraverso un social network. Così la console non è più un ausilio, ma un vero e proprio servizio. Quelli della Nintendo ci avranno certamente già pensato, forse invece non l’hanno fatto le imprese sociali, nonostante si possano considerare una specie di software dei servizi sociali. Nel frattempo anche io ho provato lo step, con risultati disastrosi.
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