Mondo

Ben 33 candidati, ma non c’è partita

Il presidente uscente Kabila è il favorito perché il leader dell’opposizione è uscito di scena. Ma non è detto che vinca al primo turno...

di Joshua Massarenti

Il prossimo 30 luglio, circa 25,6 milioni di congolesi saranno chiamati alle urne per partecipare alle prime elezioni democratiche e multipartitiche del Congo post indipendentista. Un appuntamento con la storia che la comunità internazionale non può fallire per almeno tre motivi. Se le elezioni dovessero essere un flop, il paese africano ripiomberebbe in un clima di guerra civile destabilizzante per tutta l?Africa centrale; il caos spingerebbe l?Onu a prolungare la presenza della Monuc, la missione delle Nazioni Unite in Congo, che costa in media oltre un miliardo di dollari l?anno; la credibilità della comunità internazionale ne uscirebbe minata in modo irreparabile. Gli elettori che si recheranno nei 50mila seggi sparsi ai quattro angoli di un paese grande come l?Europa occidentale, dovranno scegliere tra 33 candidati alla presidenza della Repubblica e 9.707 candidati parlamentari che occuperanno i 500 scranni del Parlamento. A questa prima tornata elettorale seguiranno, entro dicembre 2006, le elezioni provinciali e locali, nonché l?eventuale ballottaggio per le presidenziali, che sarà necessario nel caso in cui nessuno dei candidati in lizza dovesse superare il 50% delle preferenze. Con l?uscita di scena del principale leader dell?opposizione, Etienne Tshisekedi, il grande favorito di questa kermesse elettorale è Joseph Kabila, l?uomo che a detta di molti congolesi ha riportato la pace in Congo. Tuttavia il presidente uscente dovrà fare i conti con alcuni leader politici quali Pierre Pay-Pay, ex governatore della Banca centrale, e Jean-Pierre Bemba, ex signore della guerra e attuale vice presidente. L?assenza di infrastrutture e il clima di insicurezza rischiano di far saltare l?intero processo elettorale e, per evitare che ciò avvenga, un ruolo essenziale lo avranno i 17mila Caschi blu della Monuc, già decisiva nel garantire la trasparenza del referendum costituzionale dello scorso dicembre.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA