Anziani

Bello vivere a lungo! Ma… vivere come?

Welfare di prossimità, scambio intergenerazionale e politiche condivise con le reti territoriali per una longevità sana e attiva accessibile a tutti. Il contributo e le proposte innovative e generative del Terzo Settore all’International Milan Longevity Summit

di Redazione

Nell'immagine il manifesto dell'International Milan Longevity Summit

Ricercatori ed esperti di fama internazionale in dialogo costruttivo dal 14 al 27 marzo durante il Milan Longevity Summit – “RISCRIVERE IL TEMPO. Scienza e Miti nella corsa alla Longevità”, ideato da BrainCircle Italia – su come rallentare l’invecchiamento, mantenendo una vita più lunga in buona salute psicofisica: un evento importante, cui si è aggiunto il fondamentale contributo del Terzo Settore le cui idee sono state presentate il 26 marzo a MIND Milano Innovation District. In questo incontro internazionale sono emerse proposte concrete per far sì che la longevità sana e attiva sia accessibile a tutti, indipendentemente dalle risorse sociali ed economiche a disposizione e dalle fragilità delle persone.

L’appuntamento con il Terzo Settore è stato promosso da Fondazione Triulza, rete di organizzazioni della società civile e dell’economia civile attiva in progetti di innovazione, insieme ad Anteas Lombardia e Auser Lombardia, due delle associazioni di promozione sociale più diffuse e importanti a livello nazionale, quotidianamente impegnate nel favorire l’invecchiamento attivo e valorizzare il ruolo delle persone anziane nella società. Punti di forza di queste realtà sono il radicamento sui territori e una ricca rete di volontariato strutturato, che offre servizi e attività concrete per promuovere la salute psicofisica e l’inclusione sociale degli anziani.

Un’attività con un impatto sociale molto importante per le persone e per le comunità se pensiamo al numero di volontari coinvolti, dei beneficiari delle attività, un impatto misurabile anche in termini d’impatto economico. Solo le reti di Anteas e Auser a livello nazionale promuovono servizi e attività di cui beneficiano oltre 424.000 persone, coinvolgendo insieme circa 17.600 volontari che erogano gratuitamente oltre 4.573.499 ore di volontariato, con un valore economico stimato in 74.868.178 di euro (considerando l’indicatore di valore simbolico di ogni ora di volontariato della Unione Europea di 16,37 euro).

Tra le proposte emerse durante l’incontro la necessità di consentire ai cittadini e alle cittadine che hanno concluso la carriera lavorativa di donare competenze, tempo e risorse alla propria comunità; contrastare la solitudine e l’invisibilità sociale di molta parte della popolazione anziana; accelerare la digitalizzazione dei servizi a disposizione dei cittadini; sostenere l’autonomia e la domiciliarità degli anziani. Tra gli strumenti individuati per raggiungere questi obiettivi ci sono la valorizzazione delle reti territoriali del Terzo Settore che conoscono e monitorano anche i cambiamenti in atto; l’avvio di percorsi di co-progettazione partecipata tra mondo del sociale, pubblica amministrazione e filantropia, per dar vita ad un welfare di prossimità; la sperimentazione di nuove alleanze con il mondo della ricerca e della cura per prevenire e sostenere le fragilità; promuovere un dialogo e uno scambio intergenerazionale.

Dopo l’intervento introduttivo di Elena Lucchini (Assessore alle Politiche Sociali di Regione Lombardia), Massimo Minelli (Presidente di Fondazione Triulza) e Viviana Kasam (Presidente di Brain Circle Italia), queste proposte sono emerse nella tavola rotonda a cui hanno partecipato Lamberto Bertolé (Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano), Fulvia Colombini (Presidente di Auser Lombardia), Gloria Bertolotti (Presidente di Anteas Lombardia) e Filippo Petrolati (Direttore di Fondazione di Comunità Milano).

L’incontro è stata l’occasione per presentare alcune ricerche importanti sul tema e presentare progetti concreti che vanno nella direzione auspicabile dei partecipanti, interessati a proseguire il percorso di condivisione oltre questo appuntamento di riflessione.

Il professore Francesco Longo (Direttore del Centro di ricerca sulla gestione dell’assistenza sanitaria Cergas – dell’Università Bocconi di Milano) ha approfondito il tema “Platform welfare. Nuove logiche per innovare i servizi sociali”, mentre il ricercatore Davide Lucantoni (Centro Ricerche Economiche Sociali per l’Invecchiamento dell’IRCCS-INRCA di Ancona) ha presentato l’impatto e le raccomandazioni del “Progetto di coordinamento nazionale partecipato multilivello delle politiche sull’invecchiamento attivo”. 

MIND non è stata solo la sede dell’incontro, ma ancora una volta una palestra territoriale di co.progettazione anche sul tema della longevity, come dimostra il Progetto Femur, illustrato da Giuseppe Banfi, Vice Presidente della Rete AGIN, Direttore Scientifico dell’I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, e Felice Romeo, Consigliere di Amministrazione di Fondazione Triulza. Si tratta di un progetto per prevenire e supportare le fragilità nelle persone anziane che hanno subito un intervento al femore attraverso l’attivazione dei servizi territoriali e l’assistenza domiciliare.

Un modello di cooperazione tra realtà accademiche, scientifiche, sanitarie, sociali e industriali condiviso anche da Christian Lunetta (ICS Maugeri SpA Società Benefit) parlando della riabilitazione nel contesto di un approccio multidisciplinare che permette di identificare e trattare non solo i sintomi fisici, ma anche quelli psicologici e sociali, e da Fabio Diana (Direttore di Fondazione Easycare) che ha illustrato il modello Pronto Serenità di promozione e coordinamento di network solidali di servizi sanitari e di cura. L’incontro è stato moderato da Marco Venturelli, Ambassador Life Sciences & Health Care della Federated Innovation @MIND

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.