Cultura

Belgrado: “A presto nuova Europa”

Si conclude il viaggio dell'Osservatorio dei Balcani, e il dairio di Massimo Gnone, da Vienna fino a Belgrado, seguendo il Danubio

di Massimo Gnone

Belgrado: Ore 9 Dalla notte precedente un consiglio per turisti dispersi a Belgrado. Non e’ uno scherzo: nella capitale serba esiste l’hotel M e l’hotel N (in caratteri cirillici si scrive H). I due edifici si trovano a qualche isolato l’uno dall’altro, ma quando siete seduti in un taxi e l’autista vi chiede dove volete andare, badate a pronunciare molto bene il nome dell’albergo in cui avete prenotato la vostra stanza. E’ una disavventura non troppo rara (al gruppo dell’Osservatorio e’ capitato tre o quattro volte) e che costa disappunto del tassista e qualche centinaio di dinari spesi per nulla. Inoltre, se il sopra citato tassista non conosce bene la sua stessa citta’, nella quale fa un lavoro che presupporrebbe una certa perizia nell’individuare anche i vicoli piu bui e misteriosi della citta’ vecchia, il rischio e’ di trovarsi in quartieri sconosciuti e potenzialmente persi per sempre. Ore 10 Ultimo giorno a Belgrado. La cornice e’ la stessa di ieri: il gruppo si ritrova nella stessa astronave-centro congressi «Sava Centar» per l’ultimo giorno di seminari. Domani, domenica, si faranno le valigie e dopo dieci giorni faticosi e densi ci si perdera’ di vista per un po’. Nella giornata conclusiva e’ previsto l’intervento di ambasciatori e diplomatici. Ci sara’ anche la festa finale presso la sede dell’ambasciata italiana, ma tutti vorrebbero piu’ tempo per girare Belgrado, comprare qualche libro, godere di questa citta’ cosi’ bella. Dei suoi contrasti, dei fiumi di uomini e donne, dell’allegria e della disponibilita’. Ore 17 «Danubio, l’Europa si incontra» edizione 2003 e’ ufficialmente concluso. Soddisfatti? Mah, forse e’ presto per dirlo. Una data di ingresso per i paesi del Sud Est Europa nell’Europa di serie A ancora non esiste, i cittadini di questi paesi continuano a essere protagonisti di problemi grandissimi quando devono affrontare un viaggio oltre confine in direzione dell’Unione e, come ribadito piu’ volte nel corso dei seminari qui a Belgrado, il quadro attuale potrebbe essere delineato da uno slogan: «Che il Muro di Schengen non sia un nuovo Muro di Berlino». Eppure e’ cosi’. E’ successo all’inizio del viaggio, quando il nostro amico Elidon, operatore presso il centro giovanile di Valona, rischiava di non poter partecipare a questa iniziativa soltanto per un problema di visti d’ingresso. Queste e altre questioni delineano una situazione ancora lontana dall’essere risolta. A presto nuova Europa.


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