Cultura

Belgio, proposta shock: trasformare le chiese in moschee

Philip Heylen, secondo cittadino di Anversa, ha proposto l'idea di donare le vecchie chiese abbandonate alla comunità musulmana. Ma tra gli oppositori ci sono anche i cittadini islamici.

di Redazione

E’ polemica in Belgio per la proposta del vicesindaco del comune di Anversa, Philip Heylen, di trasformare in moschee alcune chiese cristiane della città, visto il numero crescente di fedeli musulmani e quello invece sempre piu’ scarso dei cristiani praticanti. Secondo Heylen, che guida la battaglia, moltissime chiese della storica città portuale affacciata sulla Schelda, a circa 90 km dal mare del Nord, sono ormai vuote o semivuote e sarebbe opportuno trasformarle in luoghi di culto per i musulmani, che invece non sanno dove pregare.

Sembra impossibile avere un dibattito su questa questione, ma le chiese sono vincolate dal comune come luoghi di culto e non possono essere trasformate in centri commerciali. Per questo – spiega ancora Heylen – abbiamo avvicinato diversi gruppi religiosi e ricevuto una risposta positiva da parte di esponenti della comunità islamica, che è aperta all’idea di utilizzarle». «E’ giunto il momento di infrangere i tabù» sul futuro delle chiese cittadine, molte delle quali ospitano congregazioni ormai «vecchie o in declino», sottolinea il vicesindaco in un’intervista alla stampa olandese. «

Secondo i suoi sostenitori, la proposta permetterebbe ai molti musulmani della metropoli fiamminga di avere luoghi adeguati per la preghiera, al posto di improvvisati garage, magazzini o appartamenti privati. Inoltre, per Heylen l’iniziativa sarebbe un’ottima alternativa alla costruzione di una moschea vera e propria, che rimane comunque un tema molto sensibile, soprattutto in una citta’ in cui la presenza del partito xenofobo di estrema destra ‘Vlaams Belang’ e’ molto radicata

Ma la proposta del vicesindaco sta scatenando un polverone ed è osteggiata dai più, siano essi cristiani o musulmani. Il vescovato di Anversa è furioso per non essere stato consultato e ricorda al vicesindaco che la questione è di sua stretta competenza. Anche molti parroci sono corsi ai ripari insistendo sul ruolo fondamentale che svolgono queste chiese, anche se efffettivamente attraggono pochi fedeli.

«Questa proposta non è accettabile», avverte padre Jan, responsabile della Chiesa di Sint-Willibrordus, imponente struttura neo-gotica che sorge in un quartiere ad alta densita’ di immigratiIl parroco non nasconde che Sint-Willibrordus «è molto piu’ vuota di cinquant’anni fa», ma respinge la tesi secondo cui i praticanti sarebbero in via di estinzione. “Le cose stanno cambiando, molti ragazzi stanno tornando in chiesa e adesso abbiamo comunità polacche e dello Sri Lanka”, osserva padre Jan.

Un residente del quartiere che abita proprio di fronte alla facciata neo-gotica di padre Jan non ha peli sulla lingua: “Francamente, qui le moschee sono già abbastanza. Sarebbe meglio trasformarla in un campo sportivo”. In un caffè marocchino di Borgerhout, un quartiere a predominanza nordafricana, molti respingono l’idea del vicesindaco. La trasformazione delle chiese in luoghi consacrati al culto dei musulmani richiederebbe troppo denaro, addirittura «milioni di euro». Per Omar, un elettricista del quartiere, sarebbe addirittura pericoloso. «Provocherebbe solo rancori e risentimento».

Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.