Cultura

Bei e ministero della Giustizia insieme per promuovere l’inclusione sociale dei detenuti

È la prima partnership in Ue tra la Banca europea per gli investimenti (Bei) e il ministero della Giustizia finalizzata al sistema penitenziario. Mira a ridurre il tasso di recidiva degli ex detenuti e a garantire il loro reinserimento sociale e lavorativo, attraverso nuove soluzioni di finanziamento

di Cristina Barbetta

È nata una partnership tra l’Unione Europea e il ministero della Giustizia italiano, per l’implementazione di modelli innovativi di finanziamenti, ai fini di contenere i tassi di recidiva degli ex detenuti e garantire il loro reinserimento nella società. Il focus del progetto è per ora limitato alla Lombardia, ma la cooperazione tra la Bei e l'amministrazione italiana fornirà un modello che potrà essere replicato su scala più ampia.

L'Unione Europea darà consulenza al ministero della Giustizia sull'adozione di metodologie innovative di finanziamento e di approvvigionamento di servizi, come i social impact bond, per contribuire a ridurre il tasso di recidiva degli ex detenuti e garantire il loro reinserimento sociale e lavorativo. La consulenza sarà fornita attraverso il Polo europeo di consulenza sugli investimenti (European Investment Advisory Hub – EIAH), finanziato dal gruppo Banca europea per gli Investimenti e dalla Commissione europea, e gestito dalla Bei. il Polo europeo di consulenza sugli investimenti, che è una partnership tra il gruppo Banca europea per gli investimenti e la Commissione europea nell'ambito del Piano di investimenti per l'Europa, sosterrà il ministero nella sua missione di assicurare una transizione graduale dei detenuti nella società, attraverso modelli di finanziamento innovativi, come i social impact bond.

Gli esperti della Bei collaboreranno con il ministero della Giustizia per eseguire uno studio di fattibilità sul lancio di un social impact bond e valutarne l’impatto sociale.

Il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha dichiarato: «Il supporto e l'assistenza tecnica consentiranno al ministero della Giustizia di facilitare l'inclusione sociale dei detenuti, prima in Lombardia ma poi si auspica anche in altre regioni. Ciò sarà ottenuto attraverso nuove soluzioni di finanziamento come i contratti a impatto sociale, che non solo aiuteranno il reinserimento sociale ed economico dei detenuti, ma ridurranno anche i costi per la pubblica amministrazione».

I social impact bond, detti anche “pay for success bond”, sono obbligazioni con cui il settore pubblico raccoglie investimenti privati per pagare chi gli fornisce servizi di welfare. Si tratta di soluzioni di finanziamento innovative, orientate ai risultati: la remunerazione dipende dal raggiungimento di un determinato risultato sociale. Il rischio finanziario è condiviso tra pubblico e privato.

«Siamo molto orgogliosi di condividere le nostre conoscenze in questo campo e di vedere che sempre più paesi dell'Ue mostrano interesse per tali modalità innovative di finanziamento di servizi sociali. Sostenere una crescita economica inclusiva che non lasci nessuno indietro è la via da seguire», ha commentato il vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco, responsabile delle operazioni della Bei in Italia.

L'accordo Bei- ministero della Giustizia, raggiunto nell'ambito della Piattaforma consultiva per la contrattazione dei risultati sociali (Advisory Platform for Social Outcomes Contracting), strumento strategico e operativo per affrontare i problemi di inclusione sociale e contribuire al miglioramento del benessere dei cittadini europei, è stato firmato dal Dipartimento dei servizi di consulenza della Bei e dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia. L'accordo è stato siglato nell'ambito del Piano di Investimenti per l'Europa, che consente alla Banca dell'Ue di sostenere progetti che presentano un particolare valore aggiunto per la loro natura o struttura.

Come ha dichiarato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: «Questo tipo di contratti pongono l'Italia in prima linea nella politica sociale, poiché ci consentono di realizzare progetti innovativi condividendo il rischio con controparti private. In caso di successo, tale approccio innovativo potrebbe essere replicato per consentire alla pubblica amministrazione di adempiere meglio alla missione rieducativa del sistema penitenziario. Collaborare con partner qualificati, come la Bei, è fondamentale per contribuire a ridurre il tasso di recidiva degli ex detenuti, che oggi ha raggiunto circa il 68%, con un conseguente costo sociale di circa 130 milioni di euro all'anno. Sappiamo che migliorare la capacità dei detenuti di intraprendere una carriera dopo aver scontato la pena aumenta le loro possibilità di essere reinseriti nel tessuto sociale e lavorativo del Paese». Il ministro ha concluso affermando: «Questa è una forma molto promettente di cooperazione pubblico-privato e siamo orgogliosi di poter contare sull'appoggio della Bei, che ringraziamo per il suo impegno».

Anche il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia, si augura che questo progetto innovativo possa essere esteso ad altre regioni italiane : «Come responsabile del Dipartimento sono soddisfatto e onorato di questa partnership fra ministero della Giustizia e Bei finalizzata al sistema penitenziario, la prima in Europa. Ci auguriamo che porti a sviluppare un nuovo modello finanziario e organizzativo in grado di coinvolgere, in condivisione di rilevanti obiettivi sociali, capitali privati e fondi europei e che possa essere replicato, dopo la Lombardia, in altre regioni italiane già quest'anno».

I social impact bond finanzieranno azioni innovative che, da un lato, soddisfano la missione rieducativa della pena e, dall'altro, forniscono ai detenuti competenze trasversali e conoscenze specifiche che aumentano le loro possibilità di trovare un impiego dopo il rilascio. Inoltre è da considerare il beneficio economico conseguente all'inclusione lavorativa degli ex detenuti, che si traduce in una riduzione di costi per la pubblica amministrazione e in fonte di reddito per i beneficiari degli interventi.

Foto: Clay Banks/Unsplah

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