Famiglia

Beffati dal riccometro

Coppie con figli a carico pesantemente punite, detrazioni per il coniuge, ma nessuno sconto per la prole. Per non parlare poi degli assegni familiari o delle donne che lavorano. L’Associazione delle f

di Giampaolo Cerri

Redditometro e nuova Irpef, ecco i nuovi nemici della famiglia. La denuncia viene dal segretario del Forum delle associazioni familiari, organizzazione che riunisce 32 gruppi in rappresentanza di quasi 3 milioni di associati. Pietra dello scandalo, innanzitutto il decreto legislativo che, entro il 31 marzo, introdurrà l?Isc, l?Indicatore della situazione economica, ovvero il lasciapassare per il Welfare prossimo venturo. Lo strumento che stabilirà chi e in quale misura potrà avere accesso ai servizi sociali pubblici, discriminerebbe gravemente i nuclei familiari con figli minori a carico. «Non contestiamo l?idea del riccometro in sé, che finalmente prende in considerazione i carichi familiari», attacca Luisa Santolini,segretario del Forum, «ce l?abbiamo piuttosto con i parametri adottati, che sono scandalosi». Sotto accusa sono infatti le scale di equivalenza, ovvero i criteri che consentiranno di ?pesare? le famiglie in base alla composizione del nucleo. «Sono assai più eque le scale stabilite dalla Commissione povertà», denuncia il segretario del Forum. Infatti, salvo ritocchi dell?ultima ora, il redditometro attribuisce un maggior carico familiare, e quindi maggiori sgravi fiscali e esenzioni, a un nucleo di quattro adulti rispetto a una famiglia composta dai coniugi e due figli piccoli (vedi la tabella in questa pagina). «È pazzesco», sbotta Santolini, «non vogliono riconoscere il costo della cura e dell?educazione dei figli?». Il provvedimento, secondo il Forum, è figlio della «cultura che considera i figli come privilegio di chi li mette al mondo, anziché come ricchezza collettiva del Paese». Le cose non vanno meglio sul piano della tassazione. La nuova Irpef del ministro Visco non accontenta affatto il Forum, che pure aveva partecipato, con altre forze sociali, alla prima fase di elaborazione. Qui il dito è puntato contro le detrazioni fiscali. «A un lavoratore dipendente con reddito di 100 milioni», chiarisce la Santolini, «spetta una detrazione per il coniuge a carico di 817.000 lire». Due coniugi che lavorano ed hanno due minori a carico, otterranno (anche con redditi più bassi) 336.000 lire di detrazione per ogni figlio, pari a 720.000 lire. «Insomma, un dirigente d?azienda ha diritto a maggiori detrazioni di un tramviere la cui moglie, per necessità, lavori», protesta Santolini. «E, guardi, non è solo colpa del governo, ma anche dei sindacati». Sta scherzando? «Niente affatto», ribatte il segretario del Forum, «la detrazione del coniuge a carico è una battaglia che Cgil, Cisl e Uil hanno sempre fatto. Per loro è più importante privilegiare il lavoro dipendente monoreddito: la vicenda degli assegni familiari sta a testimoniarlo». Un atteggiamento che, secondo il Forum, ha pregiudicato ogni tentativo di arrivare a una Irpef più equa. «Al tavolo di confronto con Visco», rivela, «siamo riusciti a ottenere 336.000 lire di sgravi fiscali per la famiglia, ma avremmo potuto ottenere di più se i sindacti non avessero preteso, appunto, di aumentare le detrazioni per il coniuge a carico». Il Forum, comunque, non ammaina la bandiera. «Adesso comincia la battaglia per la nuova Finanziaria: vogliamo parlare di assegni familiari e maggiori detrazioni», avverte Santolini, «perché è evidente che queste non ci bastano». Ma una mobilitazione è annunciata anche sul fronte dei ?tempi di lavoro?. «Le donne che lavorano sono penalizzate», dicono al Forum. Gli strumenti attuali sono inadeguati: «Il part-time? Dal punto di vista professionale è una punizione». E già circola la nuova parola d?ordine: il lavoro per la famiglia, non la famiglia per il lavoro. Quasi 2 milioni, il conto di Visco Riccometro? Forse, viste e considerate le cifre del ?salasso? imposto alle famiglie dalle varie manovre attuate per il risanamento dei conti pubblici dal 1993 a oggi, sarebbe più corretto parlare di ?Poverometro?. Infatti, in base a una ricerca svolta per conto dei Sindacati Confederati dal Cer, la risultante di 335 mila miliardi, il totale degli interventi delle Finanziarie degli ultimi sei anni, costerà nel 1998 alle famiglie italiane una media di 890 mila lire, pari a un taglio del reddito del 2%; ma la cifra è destinata a salire notevolmente se si considerano i nuclei al cui interno vi sono anche dei pensionati: il costo sarà di 1.800.000, pari a una decurtazione del 4,4 per cento. Nel dettaglio, tra il 1992 e il 1997, i costi sanitari a carico dei cittadini hanno portato a un aumento della spesa media di 242 mila lire (+ 43%); per quanto riguarda le pensioni, con l?abolizione degli adeguamenti automatici semestrali (ora annuali), le famiglie composte da anziani soli hanno sopportato una perdita del 3,8% (contro la media di 3,6%). I rimescolamenti delle aliquote Iva comportano, invece, un maggior esborso medio di lire 354 mila a famiglia; infine, le varie modifiche delle imposte dirette costano alle famiglie una maggiorazione di 319 mila lire, pari a un incremento del 3,7%. Due pesi, due misure Composizione famiglia Scala decreto Scala Comm. governo Povertà Adulto singolo 1,00 1,00 Coppia senza figli 1,65 1,66 Tre adulti 2,20 2,21 Coppia con 1 figlio 2,05 2,21 Quattro adulti 2,70 2,71 Coppia con due figli 2,45 2,71


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