Mondo

Beckham: santo o evasore?

Il calciatore ha annunciato di voler donare in beneficenza l'ingaggio offerto dalla sua nuova squadra francese. In patria lo osannano, mentre Oltralpe lo bollano come evasore, accusandolo di voler evitare la nuova tassa di Hollande sui super-ricchi

di Gabriella Meroni

Alle polemiche ci è abituato. David Beckham, il calciatore più famoso al mondo, è stato spesso al centro di critiche per tanti motivi, veri o presunti: per qualcuno è sovraesposto, per qualun altro spende troppo, è troppo patinato, troppo damerino, ha una moglie troppo magra e troppo esibizionista, ha chiamato i figli in modo improbabile e addirittura (c'è chi lo ha biasimato per questo) di bambini ne ha fatti quattro, contribuendo alla sovrappopolazione del pianeta.

Probabilmente però quest'ultima accusa, piovutagli addosso dopo aver annunciato di voler devolvere in beneficenza l'intero ingaggio offertogli dal Paris Saint Germaine, non se la aspettava: in Francia c'è chi sostiene che il suo non è un atto di generosità ma un espediente per evitare di pagare le salatissime tasse che il governo di Hollande ha imposto ai super-ricchi. E Oltralpe su questo punto il dibattito pubblico è caldissimo, specialmente dopo l'esibita decisione dell'attore Gerard Depardieu di prendere la cittadinanza russa proprio per evitare la mannaia del fisco francese. Hollande ha infatti presentato una proposta di legge (approvata dal Parlamento, ma stoppata dal Consiglio Costituzionale) per portare l'aliquota addirittura al 75% per chi dichiara un reddito annuo superiore al milione di euro.

Beckham ha veramente deciso di donare i 4 milioni di euro promessi dalla sua nuova squadra, e di precepire solo i 2200 euro del salario minimo da calciatore, solo per fare un dispetto all'erario parigino? No, hanno tuonato i giornali inglesi, pronti a difendere il loro paladino contro gli odiati galletti: "Beckham non trasferirà moglie e figli a Parigi"; ha notato il Daily Mail, "e ha firmato un contratto di soli cinque mesi. Come si fa a considerarlo residente in Francia? Anche se avesse voluto tenere per sé l'ingaggio, avrebbe potuto benissimo evitare di pagare le tasse". "Beckham è un mago dell'evasione, non del pallone", hanno scritto invece alcuni giornali francesi, che hanno accusato il giocatore di essere venuto a giocare a Parigi per farsi pubblicità senza voler lasciare almeno una parte della sua ricchezza al paese che lo ospita. "Non bisogna dimenticare", ha notato il giornale online atlantico.fr, "che Beckham incassa circa 20 milioni di euro l'anno solo dagli sponsor. Anche su quella cifra non pagherà un soldo in Francia?".

Attualmente, visto che la nuova legge Hollande non è ancora operativa, chi dichiara oltre un milione di euro l'anno paga già il 50% di tasse. Se non avesse deciso di donare tutti i suoi guadagni a una charity, dunque, Beckham avrebbe dovuto versare circa 2 milioni di euro al fisco parigino, tenendosi ovviamente il resto. "Io preferirei avere il 50% di qualcosa che il 75% di niente", ha fatto notare argutamente il deputato di centrodestra Gerald Darmanin, fiero oppositore della riforma fiscale di Hollande. "Beckham invece viene a giocare qui per 2200 euro al mese: guadagna meno della mia segretaria".  Ora una domanda sorge spontanea: ma quanto le pagano le segretarie, in Francia?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA