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Bechis, i figli perduti

Nel film Hijos il regista, Marco Bechis, parla della tragedia dei desaparecidos, realtà con cui l'Argentina deve ancora fare i conti. Nel 95 nasce anche un'associazione

di Benedetta Verrini

Esta se llama Rosa. Rosa». Con voce rotta, in una delle scene più intense del nuovo film di Marco Bechis, Hijos, Figli, una desaparecida dà il suo addio alla bambina che ha appena partorito. Unica cosa che può lasciarle, prima di sparire nel buco nero del campo di concentramento, una carezza di madre e un nome. Hijos parla con sommesso realismo di una tragedia con cui l?Argentina ancora stenta a fare i conti, quella dei figli dei desaparecidos adottati dai militari durante il regime Videla. Ragazzi che oggi hanno circa 25 anni, che ancora non sanno chi sono e vivono in un inganno familiare, in una trappola costruita ad arte per azzerare le coscienze. «è l?aspetto più agghiacciante della dittatura militare argentina», racconta Bechis. «Si voleva combattere l?ideologia in testa ai militanti. Per questo motivo i loro bambini furono risparmiati e adottati clandestinamente dalle famiglie dei militari, perché erano tabula rasa, una pagina bianca tutta da scrivere. Se ne poteva fare i figli della patria. Era un progetto, evidentemente, che guardava molto lontano».
Secondo stime, sono stati almeno 500 i neonati trafugati nel corso di questa ?pulizia etnica culturale?. I casi attualmente denunciati sono solo 250, ma «gli hijos ritrovati sono 75», dice Bechis. «Di loro, solo tre o quattro hanno deciso di restare con la famiglia adottiva, perché vittime di violenti ricatti morali. Tutti gli altri hanno riabbracciato le nonne o i parenti superstiti. E recuperando la loro vera identità, hanno iniziato a percorrere la strada della loro liberazione».
è su questo sentiero Camilo Cagni, che ha 25 anni e fa il giornalista radiofonico a La Plata. Lui, fortunatamente, non è stato rubato: era già un bambino quando i suoi genitori sono diventati desaparecidos, ed è cresciuto con la nonna. Camilo fa parte dell?associazione Hijos, di cui fanno parte gli orfani dei desaparecidos. «è stata creata nel 1995 per conservare la memoria di questa immane tragedia», spiega Camilo, che due volte alla settimana trasmette un programma dedicato, su Radio Universidad de La Plata.

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