Politica
Becchetti: «Pd e 5S facciano una piattaforma programmatica alla tedesca»
L’economista saluta con soddisfazione l’ipotesi di un governo giallo rosso: «era quello che su Vita.it auspicavo già a marzo scorso. È una grande occasione. Come ha detto Delrio la base del contratto di governo devono essere ambiente, sociale, lavoro e giustizia fiscale»
«Renzi è stato determinante e molto bravo nel cogliere l’occasione. Ci consente di superare tre elementi molto negativi della stagione di Matteo Salvini che sono l’avventurismo economico, la trasformazione della paure dei cittadini in odio e in conflitto e lo squadrismo digitale». A dirlo è l’economista Leonardo Becchetti.
Per il professore dell’Università di Toma Tor Vergata, «possono creare una piattaforma perché su ambiente, sociale e lavoro e lotta all’evasione le posizioni possono essere molto vicine. Quello su cui bisognerebbe trovare una quadra è la materia degli investimenti e delle infrastrutture. Su cui però Di Maio, in un discorso a Confindustria, ha già fatto una parziale marcia indietro capendo che Industry 4.0 era un pezzo molto importante della politica economica del Paese».
Insomma le basi ci sono «per un contatto alla tedesca molto più ricco di quello 5S-Lega».
Non va sottovalutato per Becchetti neanche il contesto. «Il nuovo Governo giallo rosso potrebbe sfruttare la “bonaccia” che c’è oggi a livello di politiche monetarie. Tutte le banche centrali stanno usando il “bazooka” (misure di stimolo per una politica monetaria più accomodante Ndr), in Danimarca ci sono mutui decennali al -0,5 %, Spagna e Portogallo riescono a emettere titoli pubblici a tassi di interessi reali negativi. È un periodo in cui se si smette di fare una sciocca guerra all’Europa che produce solo danni e fa aumentare lo spread si potrebbe rilanciare l’economia». Due le leve: «investimenti privati con industry 4.0 e pubblici sbloccando le opere e negoziando lo scorporo di alcuni di questi, quelli più produttivi, dal deficit. Tutto questo, se si presentassero come baluardo contro il populismo, è possibile».
E poi, cosa molto importante, superare la dialettica attuale: «Matteo Salvini dovrà rispondere, anche davanti alla storia, come dicevo all'inizio, dell'imbarbarimento del dibattito pubblico con un uso spregiudicato dele nuove tecnologie. È una parentesi che va superata prima possibile», conclude Becchetti.
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