Politica
Becchetti: i miei voti al primo anno di Renzi
La pagella dell'economista Leonardo Becchetti sui primi 12 mesi di Matteo Renzi alla guida del Paese. Tutti i più e i meno tra Europa, banche, lavoro e azzardo
Sono passati 12 mesi. Un anno di Governo da quando Matteo Renzi al grido (anzi tweet) di #enricostaisereno, pensionava Letta e si prendeva Palazzo Chigi due mesi dopo essere stato eletto segretario del Partito Democratico. Un anno tra scalette, slide, deadline, riforme e polemiche. In mezzo i rapporti con i partner europei, gli 80 euro in busta paga e l'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Ma quali sono stati fino ad ora i punti salienti del suo mandato? Abbiamo chiesto all'economista Leonardo Becchetti di provare a stilare una pagella individuando i capitoli più importanti e definendo la sua azione in tre modi: più, meno o indifferente.
Era importante uscire dalla logica del rigore portare equilibrio. Serviva un Ue più vicina al modello americano e Renzi ha premuto in questa direzione. Gli effetti si sono visti immediatamente. Con il quantitative easing c'è stata il deprezzamento dell'euro e il calo del costo del debito italiano. Ha lavorato anche molto sulla politica fiscale dell’Ue.
Il governo ha capito che c'è un problema importante sulla durata della giustizia civile ma non ci sono stati ancora risultati concreti. Ci si sta lavorando ma si potrebbe fare con più energia. Sulle Riforme istituzionali aspettiamo di vedere dove si atterra, ma la decisione con cui sono state intraprese è senza dubbio positiva.
È una razionalizzazione dei contratti. L'Italia però deve cercare di essere più competitiva con chi ha un costo del lavoro più basso e da questo punto di vista non si tratta di una manovra che risulta dirimente. Non produrrà infatti di per sé posti di lavoro. Produrrà una sostituzione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti. C'è un più significativo all'interno della manovra: le prime forme di sussidio universale e il primo passo per un reddito minimo di cittadinanza.
Sul tema finanziario negli altri Paesi ci si è mossi separando la banca commerciale dalle banche d’investimento. Noi non solo siamo al palo ma c'è anche l’idea di annullare il modello mutualistico piuttosto che rinforzarlo come hanno fatto n Germani. Questo è un fatto grave. Toglie diversità e indebolisce un modello di banca.
Non sappiamo come il Governo si muoverà. È un problema vero per il Paese. Segnali positivi dalla Legge di Stabilità ma segnali contraddittori. Speriamo in un divieto totale sulla pubblicità nel decreto previsto dalla Delega fiscale.
Un sistema di sostegno alla domanda. Una cosa buona. Anche se è vero che non considera i meno abbienti, cioè coloro che non pagano tasse. Si tratta di un beneficio solo per il ceto medio basso. Ma la misura è positiva.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.