Economia
Bcc, la rete è decisiva. È il vero fattore competitivo
Parla Sergio Gatti, nuovo direttore generale di Federcasse
«Offre servizi, assistenza
e rappresentanza, innovazione. Un fondo
di garanzia che mette
in sicurezza l’intera singola banca, lo può fare solo
una rete che ha una guida autorevole.
E valorizza ciò che è realizzato a livello locale»
«Il 2009 è diventato difficile per le Bcc soprattutto quando la crisi ha coinvolto le imprese, specie le più piccole, e le famiglie». Una complessità che Sergio Gatti, nominato direttore generale di Federcasse, non intende dissimulare né enfatizzare. Piuttosto, spiega, va compresa. Magari tenendo conto che, rispetto al 2008, le Bcc hanno aumentato gli impieghi del 10,2%.
Vita: Non hanno chiuso il rubinetto…
Sergio Gatti: Se non fai mancare il credito, senza darlo in maniera avventata – non è mai avvenuto – imbarchi rischi maggiori nel momento in cui l’economia reale va male. Diminuisce la redditività, aumentano le sofferenze e crescono gli sforzi di accompagnamento alle aziende in difficoltà. Non potrebbe essere diversamente: sono le stesse comunità che posseggono quelle banche.
Vita: Un rapporto di osmosi?
Gatti: Totale. Sia nei momenti favorevoli che nei contrari. Difficile non bagnarsi quando piove. Si tratta di bagnarsi il meno possibile.
Vita: Il vicedirettore di Bankitalia ha detto: «Se le Bcc fossero un unico gruppo sarebbero il quarto del Paese».
Gatti: Questo modo di fare banca è diventato rilevante anche dal punto di vista quantitativo. Non è solo l’essere differenti per forza, che comunque non è uno slogan ma una tensione. Il contributo delle Bcc è diventato centrale, complementare ad altri modi di fare banca.
Vita: Da troppo vicino è più facile essere coinvolti dalle difficoltà dei territori?
Gatti: Un anno fa, l’impresa che vendeva all’estero era innovativa. Oggi è un’azienda che soffre. Ma non si può staccare la spina in questo momento. Se è difficile fare banca, ancor più complesso è fare banca mutualistica.
Vita: Oggi qual è il ruolo di Federcasse?
Gatti: Le Bcc hanno due grandi fattori competitivi. L’identità e la rete. Soprattutto ora la rete è decisiva. Per noi come per le cooperative sociali o agricole. Non a caso il presidente Azzi in assemblea ha individuato alcuni temi su cui lavoreremo. La rete offre servizi, assistenza e rappresentanza, innovazione. Un fondo di garanzia che metta in sicurezza l’intera singola banca, lo può fare solo una rete che ha una guida autorevole. Infine valorizza ciò che è realizzato a livello locale.
Vita: Per esempio?
Gatti: La moratoria dei crediti alle imprese che Tremonti ha sollecitato in luglio e che poi è stata proposta da Abi, era stata sperimentalmente lanciata a marzo da Federasse, la quale aveva ripreso una iniziativa locale. Le Bcc sono la testimonianza che lo sviluppo parte del basso. Questo vale anche per il futuro. È nei territori che vi sono le risorse per la ripresa.
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