Cultura
Baudrillard. Motivi per dimenticarti? Tanti…
Recensione del libro "Lo spirito del terrorismo" di Jean Baudrillard (di Domenico Stolfi)
di Redazione
Jean Baudrillard ha scritto un grande libro:Lo scambio simbolico e la morte. Erano gli anni 70. D?allora, il sociologo francese non s?è più ripetuto. O meglio, si è troppo ripetuto, riproponendo fino alla noia le sue brillantissime, ma via via sempre più vacue, analisi sulla società dei simulacri e sulla morte della realtà. Sia chiaro: che la società contemporanea sia segnata da un progressiva derealizzazione è innegabile. Il limite di Baudrillard è quello d?aver analizzato con acume questo fenomeno, ma senza andarsi a sporcare le mani con le conseguenze drammatiche del trionfo dell?irrealtà. Se uno non ha il coraggio del tragico, la butta sul ludico. E in questo Baudrillard è un vero maestro. Come un pubblicitario di genio s?è crogiolato per anni con i suoi slogan: sciopero degli eventi, l?illusione della fine, la guerra del Golfo non c?è stata. Adesso arriva anche Lo spirito del terrorismo (Raffaello Cortina, 6,5 euro). La tesi? Naturalmente frizzante e più originale di uno spot della Nike: lo sciopero degli eventi è finito, l?Evento è finalmente accaduto l?11 settembre. Ma non solo, la strage delle Torri gemelle, al di là delle contrizioni di maniera, ha realizzato il sogno nascosto di tutto il mondo egemonizzato dalla potenza statunitense. Qualche anno fa, Baudrillard scrisse un altro dei suoi brillanti saggi dal titolo Dimenticare Foucault. Forse è giunta l?ora della nemesi: dimenticare Baudrillard e ritirar fuori Foucault.
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