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grazie alla campagna “Cuore di bimbi” già salvati 200 bambini cardiopatici africani e asiatici.

di Fondazione Aiutare i Bambini

Oltre 200 bambini operati in meno di quattro anni. Migliaia quelli visitati per fare una diagnosi o verificare gli esiti degli interventi. Sono questi i risultati dell’iniziativa “Cuore di bimbi”, promossa dalla Fondazione “aiutare i bambini” per salvare la vita di tanti piccoli africani e asiatici gravemente cardiopatici. E l’obiettivo per i prossimi tre anni è quello di realizzare almeno altri 250 interventi. Tutto ciò è stato e sarà possibile grazie all’operato di medici e ospedali italiani, e al sostegno di tanti donatori privati.

“Si stima che nel mondo ogni anno nascano 600.000 bambini affetti da malattie del cuore” – dichiara Goffredo Modena, fondatore e presidente di “aiutare i bambini”. E continua: “Per 500.000 di loro le speranze di sopravvivere sono molto basse, perché nei Paesi in cui vivono mancano le strutture, le apparecchiature e le professionalità necessarie per intervenire. Un bisogno quindi molto ampio e diffuso: per questo abbiamo deciso di garantire un impegno duraturo da parte nostra”.

Con la campagna “Cuore di bimbi” vengono finanziati progetti di due tipi. Da un lato le missioni all’estero di equipe specializzate di medici e cardiochirurghi italiani che come volontari operano i bambini malati sul posto, in collaborazione con medici e ospedali locali. Quando invece le strutture ospedaliere nei Paesi di provenienza sono troppo carenti, gli interventi vengono realizzati in Italia grazie alla collaborazione di alcuni ospedali (a Bologna, Rimini e San Donato Milanese).

In particolare nel triennio 2009 – 2011 sono previste nella sola Asia 24 missioni. La prima ha già avuto luogo, ad Almaty, in Kazakistan. “In questa ex repubblica sovietica” – racconta Stefano Oltolini della Fondazione “aiutare i bambini” al rientro dalla missione – “circa 5.000 bambini soffrono di malattie cardiache congenite. E non vengono operati, perché non ci sono medici preparati per fare interventi di chirurgia pediatrica. L’unica speranza per loro è affrontare un lungo e costoso viaggio per la Siberia, dove esiste un centro specializzato.” E continua: “Le principali televisioni e organi di stampa del Paese hanno parlato della nostra presenza all’ospedale di Almaty, perché è stato il primo caso di scambio scientifico tra un’equipe medica kazaka e una straniera. Quindi si è sparsa la voce e sono arrivati da tutto il Paese una settantina di bambini malati, accompagnati dai genitori”.

L’equipe del Professor Vanini, uno dei massimi esperti di cardiochirurgia pediatrica in Italia, in sette giorni è riuscita a visitarli tutti. Diciassette, quelli più gravi o sui quali c’erano buone possibilità di successo, sono stati operati. Quindici interventi sono riusciti e hanno permesso di salvare altrettante vite.

Ancora Kazakistan, e poi Uzbekistan, Nepal, probabilmente Cambogia e India saranno le prossime mète di queste missioni di solidarietà, per dare una speranza ancora a tanti bambini.

Per saperne di più sulla campagna “Cuore di bimbi”: http://www.aiutareibambini.it


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