Famiglia
Basta pensare a una sfortunata minoranza
L'approccio nuovo di Disabilty studies
di Marco Dotti
Indagare la società all’interno della quale la persona disabile vive, mettendo in discussione i luoghi comuni. I Disability studies sono una disciplina nata negli anni 70 in Gran Bretagna, grazie al lavoro di Mike Oliver e Vic Finkelstein all’università di Leeds. E proprio in Gran Bretagna ha preso il postdottorato Angelo Marra, ricercatore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, autore del recente Diritto e disability studies (Falzea, 2010). Marra ha anche lanciato un semestrale, l’Italian Journal of Disability Studies (il primo numero è in uscita a settembre), che si propone come ponte tra l’Italia e l’esperienza di ricerca più avanzata in ambito internazionale e europeo.
Qual è l’obiettivo dei Disability studies?
È promuovere una partecipazione attiva delle persone disabili nelle scelte che riguardano la loro vita, non già quello di aiutare una “sfortunata” minoranza della popolazione a integrarsi nella società esistente. Nel concetto stesso di Disability studies – l’espressione è quasi intraducibile – c’è una vocazione costitutiva alla multidisciplinarietà dell’approccio.
È una prospettiva critica nei confronti della riduzione della disabilità al solo ambito medico?
Il riduttivismo medico sul tema della disabilità è atteggiamento purtroppo prevalente nelle università italiane. Ma è una prospettiva che non è in grado di spiegare questo fenomeno. Di conseguenza, non essendo in grado di spiegarlo, non è in grado neppure di presentarlo in termini complessivi. Ad esempio, risolvere il problema del diritto al lavoro delle persone affette da disabilità non serve a nulla se al contempo non si offrono istruzione, politiche per la famiglia, capacità di vivere una vita che va al di là del momento professionale.
Qual è la difficoltà da lei incontrata nel tentativo di introdurre un discorso di questo genere in Italia?
Siamo in un Paese in cui un ministro come Tremonti ha detto che la disabilità è un freno alla competitività. Si capisce come il problema sia a monte ed è lì che si sviluppano le ricerche dei Disability studies. La sinergia tra mondo accademico e realtà sociale – che è stata la chiave di volta dei Disability studies – non ha ancora trovato in Italia la sua sponda dal punto di vista accademico. I Disability studies sono una ricerca emancipativa molto aperta a cui partecipano accademici e non accademici: questa è una dinamica difficile da accogliere, per ora, nell’ambito italiano, dove a un particolarismo si sovrappone un alto particolarismo. È proprio per preparare il terreno di questo incontro che dobbiamo lavorare.
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