Welfare
Basta corsie riservate. Vogliamo stare in mezzo alla gente perché siamo persone
"Diciamo basta alle letture pietistiche e abiliste riservate al mondo della disabilità. Non siamo né poverini né supereroi, non lo siamo mai stati. Basta classi, aree, corsie riservate. Basta separazioni. Vogliamo stare in mezzo alla gente perché siamo persone", l'intervento del presidente nazionale UILDM
Il cammino compiuto dalle associazioni e dalle federazioni che rappresentano le persone con disabilità in questi anni ha raggiunto notevoli risultati. Tanti passi in avanti sono stati compiuti, ma non ci nascondiamo che molto c’è ancora da fare. Per questo noi di UILDM quest’anno, per festeggiare il nostro 60° compleanno, abbiamo scelto uno slogan che racchiude questa idea: “60 anni: è solo l’inizio”.
Non ci bastano i risultati raggiunti, noi vogliamo continuare a lottare per i diritti di tutti ed esplorare nuove strade. E proprio in questa fine d’anno mi vengono in mente alcune parole che descrivono le sfide per il nostro futuro.
Riconoscere
L’impegno delle associazioni che lavorano nel mondo della disabilità è tutto orientato al riconoscimento della persona, al di là della disabilità. “La persona è al centro delle nostre azioni”, amiamo ripetere in UILDM perché abbiamo la convinzione che da questo scaturisca una nuova visione della società. Questa concezione di persona si lega ad un’altra idea essenziale, ben presente nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: la disabilità è una condizione, non una patologia. Vuol dire che prima di tutto noi siamo persone e che la disabilità è una situazione creata dall’ambiente esterno, dalla società. Pertanto una soluzione si trova se smettiamo di guardare alla persona attraverso i suoi limiti, e iniziamo a pensare alle sue potenzialità. Mi piace infine ricordare che, se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi 60 anni, è che i risultati si raggiungono insieme, facendo rete, creando alleanze con associazioni e Istituzioni. Non da soli.
Geografia
Dobbiamo imparare a essere dei bravi geografi, metterci a studiare le mappe con gli strumenti più adatti, per trovare la strada giusta. Ci sono ancora troppe differenze geografiche nell’applicazione delle normative, dei diritti, nella presenza dei servizi territoriali. Non è concepibile che, alla fine del 2021, troppe persone con disabilità siano ancora chiuse in casa o non abbiano un accesso diretto e agevole ai servizi, a causa della disparità di trattamenti tra Nord e Sud. Tutto quello che è stato conquistato in questi anni di lotte deve essere equamente distribuito e messo a disposizione di tutti a livello locale. La sanità e il sociale devono essere una sola cosa in tutta la Penisola. Da anni, a gran voce, tutte le associazioni del nostro mondo, insieme, chiedono uniformità di applicazione, di presa in carico della persona con disabilità.
Tutto quello che è stato conquistato in questi anni di lotte deve essere equamente distribuito e messo a disposizione di tutti a livello locale. La sanità e il sociale devono essere una sola cosa in tutta la Penisola
Marco Rasconi
Fragilità multiple
L’attenzione alla disabilità deve essere trasversale a tutta l’azione politica nel nostro Paese, perché è una dimensione che travalica la vita del singolo.
È un bene che in questi mesi qualcosa si stia muovendo con la legge delega sulla disabilità, per cercare di mettere ordine e ricomporre un panorama ampio e variegato che deve essere frutto di collaborazione e co-progettazione.
Mi sembra essenziale, in quest’ottica, un’attenzione particolare a quelle che io definisco le “fragilità multiple”: le persone con disabilità immigrate, le persone anziane che hanno una disabilità, solo per fare qualche esempio. Condizioni in cui più fragilità si assommano e hanno una grande incidenza sulla qualità della vita. Io credo che i decreti attuativi che entreranno a far parte della legge delega debbano riservare un’attenzione particolare a questi aspetti.
Pietismo
Diciamo basta alle letture pietistiche e abiliste riservate al mondo della disabilità. Non siamo né poverini né supereroi, non lo siamo mai stati. Siamo persone che vogliono lavorare, studiare, fare sport, avere una vita di relazione. Oppure che non hanno voglia di farlo. Ma questo non dipende dalla nostra disabilità, dipende da come siamo fatti noi. Come tutti, del resto. Dire basta al pietismo vuol dire farci uscire dal ghetto – un po’ prigione buia e fredda, un po’ gabbia dorata – dove siamo stati confinati in questi anni. Basta classi, aree, corsie riservate. Basta separazioni. Vogliamo stare in mezzo alla gente perché siamo persone. Come diceva il nostro fondatore Federico Milcovich, noi vogliamo “essere liberi di vivere come tutti”.
Basta classi, aree, corsie riservate. Basta separazioni. Vogliamo stare in mezzo alla gente perché siamo persone. Come diceva il nostro fondatore Federico Milcovich, noi vogliamo “essere liberi di vivere come tutti”.
Marco Rasconi
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