I l carcere non è un?istituzione pensata per modularsi sulle esigenze delle persone e delle loro diversità. Il carcere è come una valanga di fango che sommerge tutti. Quindi è deleterio sia per gli uomini, sia per le donne. Certo le detenute sono più ribelli e spesso più sensibili, quindi soffrono di più la restrizione della libertà, la privazione degli affetti. E poi ci sono quelle piccole cose di tutti i giorni che dentro diventano grandi grandi: i braccialetti e i gioielli che non si possono portare, divieti che privano le detenute della propria identità, della gioia di guardarsi allo specchio. In ogni caso mi fa arrabbiare molto l?onda d?ipocrisia che si solleva ogni qualvolta qualcuno muore o si suicida in carcere. Innanzi tutto perché le leggi ci sono e potrebbero essere applicate, quindi è colpa nostra, di tutti, se queste non vengono rispettate. Insomma è sempre la stessa solfa, andiamo a teatro per vedere la tragedia dei miserabili e ci mettiamo a piangere, poi usciamo per strada, incontriamo di mendicanti e manco li vediamo. Così succede per il carcere, qualcuno muore e tutti gridano all?orrore e poi il giorno dopo ci lasciate soli a combattere la battaglia. Certo che è tremendo vedere donne che non ottengono il permesso neanche per partorire e magari si tratta di una nomade la cui pericolosità sociale è nulla. Certo che io prefeirei rischiare che una detenuta rubi di nuovo, piuttosto di vederla qui con il suo bambino dietro le sbarre. Così come è certo che la legge prevede la sospensione di pena sotto i quattro anni di condanna. Eppure la gente rimane in carcere e San Vittore è di nuovo a 1.800 detenuti e la mia rabbia non serve a niente. Come non serve a niente che io ripeta sempre le stesse cose: le leggi si apllicano se la società le sostiene, è inutile continuare a girarci intorno. In ogn caso qualcosa si può fare per applicarle queste benedette leggi. A Milano abbiamo realizzato un procollo d?intesa fra la Regione Lombardia e l?amministrazione penitenziaria che fra le altre cose prevede un villaggio per mamme detenute senza celle, né sbarre, dove ci sarà un servizio di vigilanza solo all?esterno. Almeno fatemi gli auguri.
direttore del carcere di San Vittore
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