Non profit

Basta allarmismi su Basilea 2. Il non profit è preparato

Pagine blu/ Fabio Salviato risponde

di Ida Cappiello

Dottor Salviato, il primo gennaio 2007 entreranno in vigore gli ormai famosi parametri di Basilea 2. Secondo lei il settore non profit italiano arriva preparato a questa scadenza? E la Banca popolare etica?
Fausto Sberbero, Napoli

Si continua a fare dell?allarmismo soprattutto sul fronte delle pmi e delle imprese sociali. Ricordo che gli accordi in questione prevedono, da parte delle banche, una connessione più stretta tra l?analisi del rischio di credito e i costi del credito stesso per i beneficiari; più semplicemente ad un alto profilo di rischio dovrebbero corrispondere maggiori difficoltà per accedere ai finanziamenti e oneri finanziari maggiori. La mia esperienza di credito al terzo settore mi suggerisce un?analisi diversa e più ottimista: credo infatti che un?ampia fetta di soggetti cosiddetti non profit non debba guardare con timore a Basilea 2. Mi riferisco in particolare alle organizzazioni che sceglieranno di rivolgersi a Banca etica. Noi, come del resto la maggior parte degli istituti di credito di dimensioni minori, adotteremo come metodologia di determinazione del rischio il modello standard, che non rappresenta una particolare rivoluzione rispetto a quanto avviene oggi. Saranno invece inevitabili le difficoltà per quelle organizzazioni che attualmente si rivolgono alle grosse banche: queste ultime adotteranno il modello rating, che permette loro di usufruire di vantaggi considerevoli. Ora, sappiamo bene che buona parte del non profit soffre di una cronica sottocapitalizzazione, che inevitabilmente ne determinerà una progressiva marginalizzazione da parte degli istituti di credito principali.

Credo anche che una delle principali conseguenze di Basilea 2 sarà una trasformazione del rapporto tra la banca e i propri clienti, che presuppone da parte della banche una richiesta di informazioni maggiore e più approfondita, e da parte del cliente una selezione più rigorosa degli istituti di credito con cui lavorare. Diventerà fondamentale scegliere la banca giusta, in grado di capire le proprie caratteristiche e necessità. Detto questo, Banca Etica è nata per finanziare il non profit, dunque è tecnicamente attrezzata per farlo nel migliore dei modi, tenendo conto tanto delle proprie esigenze di sostenibilità, quanto delle reali necessità delle imprese sociali, senza dimenticare gli obblighi di fronte ai risparmiatori che ci danno fiducia. Per questo continueremo a dare credito al non profit, con un occhio di riguardo per le organizzazioni che fin dall?inizio hanno scommesso su di noi.
Fabio Salviato è presidente di Banca Etica. Per rivolgergli le vostre domande potete inviare una email a: e&f@vita.it

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