Famiglia

Bassel, una storia di resilienza dalla Siria a Pavia

Bassel Arkadan ha 27 anni e viene dalla Siria. È un rifugiato politico, con il progetto Sprar della onlus Piam di Asti ha frequentato i corsi di alfabetizzazione e poi vinto una borsa di studio all'Università di Pavia. La sua è una delle 25 storie di resilienza selezionate da Erasmus + per essere portate nelle scuole, nelle carceri, nei CPIA secondo l'innovativa metodologia del role model

di Redazione

Nel 2011, quando in Siria scoppia la guerra civile, Bassel è un giovane studente di Damasco. Ma presto diventa un uomo in fuga. Con la sua famiglia programma il viaggio verso l’Europa, anzi verso l’Italia. Compra i biglietti aerei per la Tunisia e poi per Roma: quando arriva, con il suo italiano incerto, dirà «sono un rifugiato politico». Bassel inizialmente è destinato al Centro di Prima accoglienza di Crotone e quando ottiene lo status di rifugiato entra nel Progetto Sprar della onlus Piam di Asti, insieme alla sua famiglia. Frequenta i primi corsi di alfabetizzazione del CPIA di Asti, poi la scuola lo inserisce nel percorso Polis all’Istituto Superiore Castigliano. Il suo sogno continua a essere l’Università. Bassel inizia un tirocinio in una cooperativa di grafica: il Cpia è appena nato, non ha ancora un logo, e Bassel si offre di realizzarlo. In estate, la svolta: il Piam legge di un bando che assegna 15 borse di studio all’Università di Pavia. Bassel studia giorno e notte e supera il test. Finalmente oggi, a 27 anni, ha riconquistato un pezzo di quel mondo che gli era stato strappato.

La storia di Bassel è una delle 25 “Storie di Resilienza” premiate dal concorso indetto dall’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire e dall’Unità italiana Epale, la community per l’apprendimento degli adulti in Europa, su invito della Commissione europea. L’obiettivo è raccogliere testimonianze di migranti, rifugiati, giovani a rischio di abbandono scolastico, detenuti, ex-detenuti, disabili e giovani svantaggiati, che hanno dato una svolta alla loro vita grazie a un percorso di istruzione e di formazione e costruire così una rete di Prende forma la rete di figure di riferimento positive – role model – che raccontando le loro storie di riscatto sociale possono ispirare chi vive in contesti difficili.

Le 25 storie sono state presentate ieri a Firenze all’Istituto degl’Innocenti. «L’iniziativa – spiega la coordinatrice dell’Agenzia Erasmus+ Indire, Sara Pagliai – ci permette di dar voce a persone che vivono esistenze ai margini, vite che non fanno notizia ma che hanno molto da dirci. Abbiamo ricevuto 70 racconti ricchi di umanità, storie diverse ma legate tutte da una “rinascita”, in cui l’istruzione e la formazione hanno avuto un ruolo determinante. Oggi presentiamo gli autori delle storie più significative, perché la loro esperienza possa ispirare altri individui a intraprendere un percorso di crescita».

Lungo il 2018, queste persone potranno avere un ruolo di “testimonial” in scuole, carceri e istituti per l’apprendimento degli adulti per raccontare la loro storia nell’ottica del role model, una figura di riferimento che interviene in favore di un ambiente di apprendimento e di una società più inclusiva e accogliente.

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