Welfare

Basket: Anzaldi, “Dopo indifferenza Conte, il cestista’ Draghi risolve caso Tam Tam”

Sarebbe stato impossibile coniugare certe prese di posizione dopo gli ori olimpici di Tokyo, con tanto di richieste di approvare subito lo Ius Soli, con il silenzio sul mancato diritto dei ragazzi della Tam Tam a giocare al pari dei loro coetanei. Ora la deroga riservata ai ragazzi della Tam Tam di Castel Volturno deve diventare un diritto per tutti i ragazzi nati in Italia e che frequentano le scuole italiane

di Redazione

C’è voluto un presidente del Consiglio ex cestista come Mario Draghi per dare una svolta al caso della Tam Tam Basket, dopo 3 anni di totale indifferenza istituzionale da parte di Palazzo Chigi quando premier era Giuseppe Conte. La retromarcia della Federbasket, che ha finalmente concesso alla squadra di Castel Volturno la deroga per poter partecipare al campionato nazionale Eccellenza Under 17, è il risultato dell’attenzione alla vicenda riservata dal presidente Draghi, che ha portato all’interessamento del presidente del Coni Malagò e poi alla decisione presa dal presidente della Federazione Pallacanestro Petrucci". Lo scrive il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi in un intervento su "Huffington Post".

Un impegno che raccoglie – prosegue Anzaldi – quanto già fatto nel 2017, quando l’allora governo di centrosinistra presieduto da Paolo Gentiloni, su impulso del Pd guidato da Matteo Renzi e del ministro dello Sport Luca Lotti, varò la “Norma Tam Tam” in Legge di Bilancio per permettere a tutti i ragazzi figli di immigrati ma nati in Italia, e che frequentano le scuole italiane, di poter fare sport a livello regionale al pari dei loro coetanei. Dopo quella legge non è stato più fatto nulla dai governi Conte 1 e Conte 2, fino alla deroga di oggi col Governo Draghi. La scorsa settimana, dopo la bocciatura al Tar del Lazio il 9 novembre dell’ennesimo ricorso presentato dalla Tam Tam, c’era stato un incredibile silenzio istituzionale, di cui ho chiesto conto sabato 13 novembre con un comunicato ufficiale.

Nel weekend finalmente qualcosa si è mosso e si è arrivati alla vittoria di oggi. Ma questa vittoria arriva dopo anni di lotta, nata innanzitutto dall’immensa caparbietà e passione del coach della squadra, Massimo Antonelli (nella foto), l’inventore del modello Tam Tam. Grazie alla sua grande generosità questi ragazzi figli di immigrati, in una realtà difficile come quella di Castel Volturno, hanno avuto un’opportunità incredibile per evitare di finire sulla strada. L’ottusa burocrazia, però, ha cercato in tutti i modi di ostacolarli. Ci sono volute interrogazioni parlamentari, comunicati stampa, appelli di personalità dello sport e della società civile, articoli sulla stampa estera, oltre ai ricorsi e alle spese legali sostenute, per cercare di far ragionare i vertici dello sport. D’altronde sarebbe stato impossibile coniugare certe prese di posizione dopo gli ori olimpici di Tokyo, con tanto di richieste di approvare subito lo Ius Soli, con il silenzio sul mancato diritto dei ragazzi della Tam Tam a giocare al pari dei loro coetanei.

Ora la deroga riservata ai ragazzi della Tam Tam di Castel Volturno deve diventare un diritto per tutti i ragazzi nati in Italia e che frequentano le scuole italiane: la norma varata nel 2017 dal governo Gentiloni e che ha valenza regionale deve essere trasformata in una legge per tutte le competizioni, anche quelle nazionali. Serve lo Ius Culturae: dopo la seconda bocciatura del Tar, il Parlamento dimostri lo stesso coraggio del presidente Draghi e potremo finalmente fare un passo avanti decisivo sul campo dei diritti.

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