Salute mentale
Basaglia, l’archivio in centro a Venezia. La figlia: «Una storia che riguarda tutti»
L'archivio dei documenti sul favoso psichiatra, dall'isola di San Servolo si è spostata in centro a Venezia. Secondo la figlia, questo è un modo per rendere fruibile da più persone possibili il lavoro del padre e della madre, che non riguardava solo la chiusura dei manicomi ma l'intera società
Da ieri l’archivio Franco Basaglia e Franca Ongaro Basaglia, che raccoglie documenti pubblici e privati relativi alla rivoluzione della psichiatria legata alla Legge 180, ha una nuova sede, proprio nel centro di Venezia.
La collezione, infatti, si è spostata dall’isola di San Servolo, dove si trovava uno dei due ex ospedali psichiatrici della città, all’Istituto veneto di scienze, lettere e arti, in campo Santo Stefano, nel sestiere di San Marco. «L’isola di San Servolo negli anni è stata riqualificata ed è diventata un crocevia di attività», dice Alberta Basaglia, psicologa figlia del grande medico veneziano. «Siamo stati ospitati là per 15 anni e questo aveva un alto valore simbolico; ora, però, abbiamo pensato che i tempi sono maturi per per entrare nel cuore della città, smettendo di essere legati solo alla liberazione dal manicomio».
I documenti contenuti nell’archivio, infatti, raccontano un pezzo di storia del Novecento che non è patrimonio soltanto della psichiatria o della medicina: si tratta di una rivoluzione che ha interessato la società nella sua interezza e che ha restituito la dignità a chi si trovava ai margini. «Manca poco ai 100 anni dalla nascita di mio padre (nel 2024, ndr), vogliamo che tutto ciò che è custodito all’interno dell’archivio sia raggiungibile da più persone possibile», commenta la figlia dello psichiatra.
Quella della rivoluzione basagliana è un storia di speranza, di conquista e di riscatto. Che è bene ricordare, soprattutto quando i cambiamenti sociali sembrano impossibili. «Si tratta di una storia che riguarda tutti e tutte», conclude Basaglia; «aver restituito vita e dignità alle persone che non le avevano dimostra che farlo è ancora possibile. In questi momenti in cui c’è la tendenza a dimenticarsi dei diritti, l’esperienza di mio padre ci ricorda che tutti devono averli e che ci sono delle vie percorribili per restituirli a chi non li ha».
Oltre a recarsi nella sede, che da ieri ha aperto le porte, è possibile consultare l’archivio anche online, grazie alla digitalizzazione dei documenti.
In apertura Franco Basaglia. Foto Wikicommons, MLucan – Own work, CC BY-SA 3.0
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