Nell’autunno del 1943, fu convocato dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Elia Dalla Costa. Il cardinale gli propose una strana missione.
Visto che già si allenava, considerato il fatto che nessuno avrebbe mai, nemmeno lontanamente pensato di interrompere un allenamento di quello che era già allora un eroe popolare, il cardinale pensò bene di chiedergli di attraversare in bicicletta l’Umbria e la Toscana per trasportare e consegnare documenti falsi a chi rischiava la deportazione.
Gino Bartali non ne parlò mai in pubblico, ma ne salvò seicento secondo alcuni, ottocento secondo altri. Oggi è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni”. Ci sono voluti anni e un libro, La strada del coraggio, firmato dai canadesi Ali e Andres McConnon (edito da 66hand2nd → QUI), affinché ce ne accorgessimo. Ma d’altronde, era lo stesso Bartali a ricordare che «certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca».
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