Welfare

Barroso cala le braghe

Nessuna procedura d’infrazione della Commissione Ue contro la Francia

di Joshua Massarenti

Bruxelles – Come da copione, dopo un lungo braccio di ferro ingaggiato con Parigi, oggi la Commissione europea ha rinunciato ad avviare una procedura d’infrazione contro la Francia per non rispetto della legislazione Ue nelle procedure di rimpatrio che colpiscono le comunità rom dall’agosto scorso.

La commissaria alla Giustizia, Viviane Reding ha ritenuto soddisfacenti le garanzie presentate da Parigi la scorsa settimana – su richiesta di Bruxelles – per modificare la legge francese sull’immigrazione rendendo quest’ultima conforme alla legislazione europea del 2004 sulla libertà di circolazione dei cittadini Ue.

La normativa dell’Unione Europea consente agli Stati di espellere cittadini di un altro Stato membro soltanto se presentano un rischio alla sicurezza pubblica o rappresentano un peso per il sistema del welfare, ma le espulsioni non possono rispondere a un criterio etnico.

Lo scontro tra la Commissione Ue e il governo francese è iniziato il 14 settembre scorso con i commenti durissimi della Reding su una circolare firmata il 5 agosto dal direttore di gabinetto del ministro dell’Interno, Brice Hortefeux, per smantellare “in modo prioritario i campi Rom”.

“E’ una vergogna… pensavo che l’Europa non sarebbe più stata confrontata a questo genere di situazione dopo la Seconda Guerra Mondiale” aveva dichiarato la commissaria, ritenendosi tradita dalle autorità francesi che, dal presidente Sarkozy al premier Fillon, avevano giurato al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso di non procedere a operazioni di rimpatrio su base etnica.

Da cui la decisione di aprire una doppia procedura di infrazione, per applicazione insufficiente della legislazione Ue e per pratiche discriminatorie. Dopo le accuse rivolte alla Reding, Nicolas Sarkozy si era poi reso protagonista di accuse violentissime indirizzate a Barroso durante il Summit europeo del 16 settembre.

Nel frattempo si erano mobilitati i giuristi, consigliando a Barroso di sospendere la sua offensiva. Avviando la procedura d’infrazione, lo scontro si sarebbe spostato presso la Corte europea di Giustizia. Ora, non potendo avere prove a sufficienza, la Commissione Ue avrebbe perso. Per scongiurare l’umiliazione, Barroso ha dato ordine di porre fine alla battaglia.

Il fatto poi che la Reding voglia proseguire la sua inchiesta su possibili pratiche discriminatorie nei confronti dei Rom senza brandire la spada di Damocle (cioè procedura d’infrazione) è la prova più significativa della sconfitta subita dalla Commissione Ue.

Ironia della sorte, la ritirata du Barroso coincide con rivelazioni inquietanti effettuate dal sito d’informazione francese Rue89.com sulle procedure discriminatorie che la Francia ha portato avanti durante gli anni ‘90 contro i Rom.

Lo dimostrano alcune schede della gendarmeria nazionale pubblicate ieri online e in cui figurano tutta una serie di informazioni (etnia, filiazione, età, soprannome, etc.) che riguardano soltanto la comunità rom. Rue89.com parla di un programma informatico ideato vent’anni fa per recensire i rom e seguirne le traccia durante la loro presenza in territorio francese.

Un’iniziativa che oltre a violare la legge francese ed europea, smentisce le dichiarazioni rilasciate pochi giorni fa da un ex responsabile dell’Ufficio centrale per la lotta contro la criminalità itinerante (OCLDI), secondo il quale “in Francia non sono mai esistite banche dati sui Rom”. Ora si tratta di capire se questo tipo di schede etniche siano state compilate dalla Gendarmeria francese durante gli anni 2000.

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