Welfare

Bari: nel mirino della Procura gli assenteisti della Croce Rossa

Dopo il caso dei cibi scaduti, ora l'attenzione degli investigatori si è concentrata su alcune responsabilità dei dipendenti

di Redazione

L’assenteismo dei dipendenti o meglio la presenza solo fittizia in ufficio (timbrano il cartellino e poi spariscono per intere giornate) è il nuovo filone dell’inchiesta sulla Croce Rossa a Bari. Dopo lo scandalo degli alimenti abbandonati e scaduti trovati nel magazzino, l’indagine del sostituto procuratore Roberto Rossi si è allargata ulteriormente e ha abbracciato un nuovo aspetto: quello legato agli impiegati dell’ente. I reati ipotizzati sono di truffa ai danni dello Stato e falso.
Gli agenti del commissariato Carrassi su delega della procura hanno «osservato costantemente» gli spostamenti di una parte dei dipendenti degli uffici del comitato provinciale della Cri di Bari e avrebbero scoperto che il cartellino di quegli impiegati – secondo gli accertamenti – viene regolarmente timbrato tra le 8 e le 8,30 dei mattino e poi gli stessi dipendenti subito dopo escono dall’ufficio per altre ragioni del tutto estranee a quelle lavorative. Poi – sempre secondo quanto emerso dall’ indagine – rientrano in sede solo in tarda mattinata (quando cioè è terminato l’orario di lavoro) per timbrare nuovamente il cartellino e tornare a casa: termina così la giornata in ufficio di alcuni dipendenti che in tutti quei giorni che sono stati monitorati dalla polizia hanno trascorso in ufficio solo pochi minuti. Questo filone dell’inchiesta del pm Rossi è ancora ad una fase iniziale, ma il numero dei presunti impiegati disonesti è già abbastanza elevato.
Intanto la settimana scorsa gli agenti del commissariato di Carrassi sono tornati negli uffici della Croce Rossa in piazza Mercantile per una nuova acquisizione di di materiale cartaceo allo scopo di verificare il giro di donazioni e di un presunto giro di conti gonfiati. L’inchiesta nasce da un esposto in sono state segnalate alcune irregolarità: così durante i controlli nei magazzini dell’ente i poliziotti hanno trovato quattordici tonnellate di pasta avariata e altri generi di prima necessità che dovevano essere consegnate a famiglie bisognose: gli alimenti insieme anche ad indumenti – secondo la procura – erano stati abbandonati nei depositi per circa due anni e non erano mai stati smistati. Il materiale era stato donato da cittadini o anche da imprese e per ogni donazione esiste una fattura rilasciata dalle aziende. E proprio per l’esame di queste fatture (tutte acquisite dalla procura) che il pubblico ministero Roberto Rossi ha nominato due consulenti, Massimiliano Cassano e Michele Panza entrambi commercialisti, per la verifica incrociata dei documenti fiscali.
Sulla questione con ogni probabilità sarà avviata un’inchiesta interna dell’ente provinciale della Croce Rossa per accertare le ipotesi della procura e individuare gli eventuali responsabili: al momento il pm non ancora iscritto nessuno nel registro degli indagati.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it