Politica

Baretta (Mef): «La Manovra nasce da una chiara visione sociale»

Welfare, green new deal, lavoro e famiglia. La manovra fiscale riuscirà a mantenere le promesse? «La nostra è una visione attenta alla sostenibilità e al sociale», spiega in quest'intervista il sottosegretario all'economia Pier Paolo Baretta

di Marco Dotti

Con il Conte Bis è tornato a ricoprire quella carica di sottosegretario all'economia che già aveva ricoperto nei governi di Letta, Renzi e Gentiloni. Settantant'anni, una vita tra sindacato, politica e azione sociale, Pier Paolo Baretta conosce come pochi la macchina ministeriale, avendo avuto tra le mani, negli anni, dossier molto complessi. Dalla questione-banche a quella, fin troppo spinosa, dei "giochi" pubblici, al "Salva Italia", per il quale fu relatore ai tempi di Monti. Lo abbiamo incontrato, mentre è in discussione la manovra finanziaria, per capire se sarà solo una manivra di transizione o innescherà qualche concreto cambiamento.

Tra le critiche che vengono mosse alla manovra finanziaria, la più radicale mi sembra questa: non ha c'è una visione. Che cosa risponde?
La visione c'è e si vede. Dal punto di vista strategico, l'inserimento di 55 miliardi di investimenti finalizzati al green, di cui 9 nei prossimi tre anni, con esplicito obiettivo di interventi sulla sostenibilità ambientale ed ecologica, accompagnati dalla riconferma del bonus energetico mi sembrano una vera visione. Vera e concreta.

Vede dunque uno scarto rispetto a una politica economica tradizionale?
Assolutamente sì. Lo scarto rispetto a una politica tradizionale sta in questo: finanziare molto gli investimenti, ma il finanziamento è finalizzato a una sostenibilità che rappresenta la vera sfida. La politica, talvolta, ha buone idee ma queste idee, per quanto buone, non coincidono con le condizioni reali…

Che cosa è successo, allora, a idee che fino a qualche anno fa non trovavano le loro condizioni di possibilità?
È successo che, drammaticamente, la situazione è tale da non poter essere più procastinabile. L'emergenza ambientale globale rende urgente intervenire e il fatto che il Governo abbia deciso di intervenire in questo modo rende tale scelta molto più concreta, molto più realistica e molto più praticabile.

Oltre al “patto verde” (Green New Deal) c'è altro?
Un altro punto strategico nella visione che ci sta muovendo è l'attenzione alla vita quotidiana delle persone.

L'emergenza ambientale globale rende urgente intervenire e il fatto che il Governo abbia deciso di intervenire in questo modo rende tale scelta molto più concreta, molto più realistica e molto più praticabile.ù

Pier Paolo Baretta

Ci spiega meglio?
Assolutamente sì: da un lato abbiamo tamponato il rischio dell'aumento dell'Iva, che avrebbe avuto un impatto fortissimo sulla vita concreta degli italiani. Si poteva discutere di rimodularne una parte, ma complessivamente se ci fosse stato un aumento generalizzato dell'Iva avremmo avuto un aggravio di qualche centinaio di euro all'anno sui bilanci familiari. D'altro lato, avviamo – con una certa timidezza, questo dobbiamo ammetterlo – un percorso di riduzione del carico fiscale sui lavoratori attraverso la riduzione del cuneo.

C'è, però, un terzo aspetto di visione e riguarda la famiglia.


Parla del fondo unico?
Stiamo appunto lavorando al fondo unico per la famiglia e per i figli che, con la delega in discussione in Parlamento, dal 2021 dovrebbe diventare operativo. Si tratta di una rivoluzione complessiva, finalmente, dell'approccio della questione sulla famiglia. Il fondo avrà una dotazione di oltre 1 miliardo, ma potrà arricchirsi sulla base delle valutazioni che farà il Parlamento.

In sintesi, come descriverebbe la manovra a cui state lavorando?
La manovra che stiamo preparando avrà, dunque, un impatto strategico sul piano economico, sarà un intervento di salvaguardia sul piano del reddito e innoverà sul piano del welfare. Queste sono le componenti cruciali del nostro approccio.

Bisogna inoltre ricordare le condizioni di partenza: tra l'Europa e il nostro Paese c'erano state delle frizioni, chiamiamole così, che rischiavano di diventare un ostacolo molto pesante…
Questo è un aspetto che merita di essere considerato. Oggi siamo in una condizione di rapporto fertile e positivo con l'Europa, mentre un anno fa il Governo che ci ha preceduti era in una lite permanente e totale. Questo nuovo rapporto con l'Europa ci ha aiutato e ci sta aiutando. Possiamo fare alcuni degli interventi che vogliamo fare grazie al nostro rapporto positivo con l'Europa. Abbiamo così ottenuto una gestione della flessibilità che in cifre significa 14,4 miliardi di euro. Senza questa gestione della flessibilità non avremmo né tamponato l'Iva, né fatto gli interventi sul cuneo fiscale.

Oggi siamo in una condizione di rapporto fertile e positivo con l'Europa, mentre un anno fa il Governo che ci ha preceduti era in una lite permanente e totale. Questo nuovo rapporto con l'Europa ci ha aiutato e ci sta aiutando

Pier Paolo Baretta

Lei è tornato al Mef, dopo esserci stato con i Governi Letta, Renzi e Gentiloni, nel segno di un'innovazione, come ha spiegato, ma credo anche nel segno di una continuità. Quali sono i provvedimenti che più le sono stati e più le stanno a cuore?
Il rifinanziamento di tutte le formule del bonus energetico e del bonus ristrutturazioni: la possibilità che le famiglie possano ristrutturare le proprie abitazioni rendendole più sostenibili. La seconda, il fatto che sulla non autosufficienza e sugli asili nido, ossia sulla parte welfare, lavoro e famiglia, implementiamo le risorse. Questi due aspetti sono fondamentali per il Paese, perché la domanda di welfare crescerà nei prossimi anni e dobbiamo farci trovare pronti.

Welfare, lavoro, sociale: una visione riformista, che inevitabilmente – questa la critica – alzerà delle tasse…
C'è stata una grande discussione sulle tasse, ma è inevitabile che un Governo che vuole insistere sul tema del sociale debba trovare delle risorse. Il punto è, semmai, dove trovare quelle risorse. Noi ci siamo orientati su: fumo, giochi pubblici, plastica e sulle bevande gassate. Ci siamo orientati su dei prelievi che hanno una loro coerenza con la nostra visione di sostenibilità ambientale (plastica), in termini di salute pubblica (fumo, bevande gassate), o di miglioramento delle condizioni di vita (giochi).

Inevitabile, visto il ruolo importante che lei ha avuto negli scorsi governi, dove aveva la delega, toccare il tema dei giochi pubblici…
Su questo punto dico che c'è una riforma in sospeso. L'unica strada percorribile è quella di completarla.

Maneggiare il tema “giochi” non è cosa facile. Possiamo sfruttare questo clima nuovo, anche tra le forze che governano il Paese, con un obiettivo finale che deve essere chiaro a tutti: fare la riforma complessiva del sistema

Pier Paolo Baretta

Il clima complessivo, sul tema dei giochi pubblici, le sembra cambiato dai tempi dei Governi precedenti?
Il clima mi sembra effettivamente più propizio al cambiamento. Alcune cose che andavano fatte sono state fatte, le battaglie hanno dato il loro frutti e, oggi, tutti hanno chiaro quanto meno la complessità dell'argomento.

Non è più possibile trattare la società civile come un soggetto ingenuo, a questo riguardo…
Direi proprio di no, ma al contempo si è capito che per fare bisogna calarsi nel concreto. Maneggiare il tema “giochi” non è cosa facile. Possiamo sfruttare questo clima nuovo, anche tra le forze che governano il Paese, con un obiettivo finale che deve essere chiaro a tutti: fare la riforma complessiva del sistema.

Dentro le stanze del Mef, il clima è collaborativo? Non sono mancate polemiche all'avvio del precedente Governo…
Dentro le strutture, quando sono tornato, ho trovato un clima gioviale. Dentro le strutture la collaborazione è massima e anche lo spirito di servizio. Anche il clima politico è su questa linea, con le ovvie differenze di contenuti. Bisogna trovare le mediazioni, anche discutendo, ma la soluzione sta nella capacità di mediare e trovare dei punti d'incontro. Ma tutti hanno chiara una cosa: non c'è alternativa.

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