Personaggi

Bardella, l’africano

Il giornale Jeune Afrique ricostruisce le origini berbere di quello che potrebbe essere il nuovo primo ministro di Francia, il lepenista Jordan Bardella. C'è un bisnonno cabilo, emigrato in Francia per fuggire la povertà negli anni 30, nell'albero genealogico del politico che promette pugno duro sui migranti e l'abolizione definitiva dello ius soli

di Giampaolo Cerri

Sorpresa: l’enfant prodige della droite francaise, Jordan Bardella, brillante presidente delle Rassemblement national – Rn e candidato al ruolo di premier in caso di vittoria alle legislative, del 30 giugno e del 7 luglio, ha sangue arabo nelle vene, anzi berbero, anzi cabilo, perché ha un bisnonno algerino.

Notizia apparentemente solo di poco conto, se il Rn non avesse una linea piuttosto dura sull’immigrazione, lo stesso Bardella ha ricordato la sua intenzione, se sarà eletto, di proporre la soppressione dello ius soli, (già recentemente ridotto da Macron) ricordando che la cittadinanza francese «si eredita o si merita», vale a dire viene trasmessa da genitori, francesi, o viene concessa per speciali benemerenze.

Delle origini cabile del futuro premier si era già parlato, ne aveva accennato persino Le Monde, ma ieri Jeune Afrique ha pubblicato un’inchiesta che risale fino a nonno Mohand Séghir Mada, sottolineando come in casa Rn la questione sia un vero e proprio tabù, mentre nella famiglia Bardella, la questione sarebbe addirittura nascosta.

Inchiesta dal villaggio algerino di origine

Lo storico mensile africano, fondato a Tunisi negli anni ’60, ma che viene redatto in Francia, è partito a ritroso da Guendouz, capoluogo del comune d’Aït Rzine, nella “wilaya” vale a dire dipartimento di Bejaïa, un promontorio montuoso a 250 chilometri a est di Algeri. Qui, negli anni ’20 del secolo scorso, domina grande miseria dappertutto, ma soprattutto in questa zona si vive, anzi si sopravvive, allevando capre e coltivando olivi.

Farid Alilat, l’autore dell’inchiesta ricorda cosa Albert Camus scrivesse di quelle terre nel 1939, su Algeri repubblicana, sotto il titolo Miserie di Cabilia: nessuna fabbrica, nessun insediamento coloniale in grado di occupare manodopera, così i cabili emigravano verso la Francia continentale. Da qui e per questo, parte Mohand Séghir Mada, col fratello maggiore Bachir nel 1930: arrivano a Marsiglia e si spostano presto a Lione, dove troveranno lavoro in una tintoria a Villeurbanne, in quel settore tessile che, all’epoca, assorbiva migliaia di algerini. Qui il maggiore dei Mada si integrerà così bene che, quando Bechir rientrerà in Cabila, lui resterà in Francia e, spiega Jeune Afrique, «non darà più notizie alla famiglia».

Il cabilo che sposa l’alsaziana

Così integrato, Mohand Séghir, che nel febbraio del 1937, si sposerà con un’alsaziana, Denis Annette Jaeck, nata a Parigi nel 1905. E dall’unione col cabilo e la parigina coi cromosomi francotedeschi nasceranno quattro figli: René, Jean, Simone Denis e Réjane. È quest’ultima la nonna di Jordan Bardella, perché Réjane Mada sposerà, nel 1963 a Montreuil, l’immigrato italiano Guerrino Italo Bardella da Alvito (Fr), famosa, in seguito, per aver dato i natali al capo di Bankitalia, Antonio Fazio.

Da Réjane e Guerrino nascerà Olivier che sposerà un’italiana d’origine, Luisa Bertelli-Mota, arrivata da Torino con la sua famiglia negli anni ’60. I due vivranno a Parigi, nel popolare quartiere di Drancy, dove Olivier avrebbe commerciato in distributori automatici e dove, nel 1995, avrebbe visto la luce Jordan, presto giovane virgulto del Front national lepeniano.

L’italianità ha fatto velo

E forse, proprio l’italianità dei signori Bardella ha fatto velo a quel quarto nord-africano.

Alla fine, comunque, le origini africane di un futuro premier che promette il pugno duro anche con gli africani non dovrebbero stupire più di tanto, basti ricordare che il progetto di spostare in Ruanda gli immigrati irregolari in attesa di identificazione, progetto che il Regno Unito sta perfezionando, porta la firma del figlio di un keniota originario del Punjab e di una tanzaniana, entrambi immigrati in Uk: Rishi Sunak.

Nella foto di apertura, di AP Photo/Lewis Joly/LaPresse, Jordan Bardella.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.