Cultura

Barcellona, parola ai dilettanti della vita

di Redazione

Pietro Barcellona, acuto docente di Filosofia del diritto all’Università di Catania, torna in libreria con una riflessione sull’indifferenza morale che impera in Italia. Viaggio nel Bel Paese, è il titolo (Edizioni Città Aperta, 16 euro). Nessuna recriminazione lamentosa e stantìa, però, come si capisce subito dal significativo sottotitolo: «Tra nostalgia e speranza».

Di fronte alla fine della grande politica, al vacillare di ogni fede, all’incombere di ogni tecnologia che tende a neutralizzare le passioni trasportandole in un mondo virtuale, l’uomo è ancora chiamato a dire perché vale la pena di vivere. Invece ciò che ci propongono i media è una sceneggiata del confronto, una diseducazione alla pratica dell’interrogare e rispondere. La prima rivoluzione culturale di cui questo Paese ha bisogno è la verità del confronto, l’apertura dello spazio pubblico ai dilettanti della vita che praticano giornalmente la fatica di lavorare, insegnare, educare, amare e soffrire. Facciamo posto davvero alla «gente» di cui tutti parlano a sproposito: facciamo parlare i giovani, gli operai, le casalinghe, gli anziani, i malati. Smettiamola con il nichilismo della fiction e con la semplificazione opportunistica degli schieramenti politici. Nel mondo comune le parole sono ancora pesanti perché chi le pronuncia ne vive il significato incarnandole. Smettiamola di parlare di onestà in astratto e mostriamo, invece, cosa dicono e fanno gli uomini onesti. La prima reazione al nichilismo è la verità della vita quotidiana: l’esempio che ciascuno può dare.

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