Politica

Barbieri: audizione positiva, ma non ci fermiamo qui

Positivo il bilancio dell’audizione sulla Riforma del Terzo Settore tenutasi alla Commissione Affari sociali della Camera. Per il portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore «Siamo solo all’inizio del percorso. Il clima è buono e siamo soddisfatti. Ora bisogna seguire con attenzione tutto l’iter»

di Lorenzo Alvaro

Alla Commissione Affari sociali, presso l'Aula della Commissione Trasporti, si è tenuta l’Audizione sulla “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”. Tante le realtà coinvolte. Hanno parlato la Conferenza nazionale enti per il servizio civile (CNESC), Forum Nazionale Servizio Civile, Consulta nazionale servizio civile, Associazione mosaico, Cesc project, Associazione italiana servizio civile (AISeC) e Associazioni provinciali invalidi civili e cittadini anziani (A.P.I.CI), Forum Nazionale del Terzo settore, Caritas Italiana, Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato (ConVol), Coordinamento nazionale dei centri di Servizio per il volontariato (CSVnet), Associazione di fondazioni e di casse di risparmio (ACRI), Associazione difesa utenti servizi bancari finanziari postali e assicurativi (ADUSBEF), Cittadinanzattiva, Fondazione I bambini delle fate, Campagna sbilanciamoci, Fairwatch, Libera, Dipartimento advocacy dell’Associazione WeWorld onlus, Federazione volontari del soccorso della regione Lombardia, Giuliano Marrucci, giornalista e Luca Gori, ricercatore Istituto Dirpolis-Scuola Sant’Anna di Pisa, Alleanza delle cooperative italiane sociali, Banca Popolare Etica, Emergency, Transparency International, Giovanna Melandri presidente di Human Foundation, Centro ELIS e Harambée-Africa international e Centri di aiuto alla Vita (CAV). Per capire come sia andata abbiamo parlato con Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore.

Qual è il suo bilancio dell’audizione?
Come ogni audizione ovviamente si prevede l’ascolto da parte delle istituzioni e dei parlamentari. Poi ci sono le domande. A dirla tutta di quesitti ce ne sono stati pochi. Probabilemente la nostra presenza è stata solida e abbiamo presentato le nostre ragioni e i nostri appunti in modo sufficientemente solido da non richiedere delucidazioni. È chiaro che siamo solo all’inizio del percorso. Vedremo cosa ne uscirà. Crediamo di aver dato un quadro molto ampio sull’intero testo con focus chiari sulle questioni più importanti. C’è stata sicuramente una certa soddisfazione. Ora però continueremo a seguire con attenzione i lavori

Quali sono i focus su cui avete insistito?
Ce ne sono diversi. C’è la necessità evidentemente di riuscire a fare davvero l’operazione di separare il grano dal lòglio. Stabilire cioè chi è effettivamente  meritevole e chi no. Perimetrare una volta per tutte questo mondo e dargli una dimensione. Solo dopo si potrà anche stabilire chi merita e cosa. Poi c’è bisogno di sostenere le attività di volontariato non legato all’impresa. Come ad esempio i ragazzi di Genova, “gli angeli del fango”. Affianco al Fondo per l’impresa sociale serve un Fondo per lo sviluppo di volontariato e associazionismo. La terza questione è invece la trasparenza. Quindi l’applicazione dei contratti nazionali e la chiara definizione dei limiti di compenso che i collaboratori possono avere. E poi gli organi che rendono e promuovono la trasparenza. Finita l’ipotesi dell’Agenzia, quello che prevede la legge, cioè una struttura di missione della Presidenza del Consiglio è troppo riduttivo. Proponiamo che almeno sia un Dipartimento della Presidenza ad occuparsene. Contemporaneamente abbiamo anche lanciato il tema dell’autocontrollo, come avviene per le cooperative sociali. Questi sono i cardini del nostro intervento.

Si è anche parlato di Servizio Civile Universale e cofinanziamento. Che ne pensa?
La legge non ne parla. Questo va detto. Bisogna partire dal presupposto che il cofinanziamento oggi già esiste, Perché le organizzazioni non prendono un  euro per tutto le attività che fanno. Dalla formazione, all’accreditamento fino all’organizzazione dei volontari. Ed è un costo, quindi un cofinanziamento. Detto questo il tema centrale è che c’è un taglio in Legge di Stabilità rispetto all’anno scorso. Quindi è velleitario pensare che il cofinanziamento riesca a sostenere i costi. Non è così

Per quello che invece riguarda l’apertura al Servizio Civile agli immigrati?
Abbiamo ovviamente sostenuto che siamo nelle condizioni di dover attuare un Servizio Civile aperto a tutti, anche non italiani. E siamo convinti sia giusto. Non si tratta di lavoro sottopagato ma di educazione alla cittadinanza attiva.
 

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