Volontariato

Barbara Contini, intervista con smentita

Si dissocia da un servizio su "Io Donna" in cui le sono attribuite pesanti dichiarazioni contro la Farnesina. Ecco il resoconto

di Redazione

“A Roma, la casta della Farnesina, i funzionari delle scrivanie, i burocrati che odiano chi ha il fegato di stare sul campo, hanno fatto di tutto per farmi fallire”: queste, secondo l’intervista che apparirà nel numero in uscita sabato 1 ottobre su Io donna, il femminile del Corriere della Sera, sono le dichiarazioni di Barbara Contini, l’ex governatrice della provincia di Nassyria in Iraq e ora inviato straordinario del governo italiano in Darfur. A ruota delle anticipazioni, però, Barbara Contini ha smentito tutto tramite una nota della Farnesina. Secondo la nota, Contini ha chiamato il portavoce della Farnesina per rappresentargli tutta la propria sorpresa e amarezza. Contini ha detto: “Non mi riconosco minimamente nelle parole riportate da Marzio Mian, che non rispecchiano affatto il mio pensiero sulla diplomazia italiana. Il mio perdurante impegno in Darfur dimostra al contrario stima e fiducia per l’azione politica svolta dal Ministero degli Esteri italiano in Africa e per i programmi della Cooperazione in quell’area. Non ho fatto alcun riferimento ai Sottosegretari Boniver e Mantica, cui va tutta la mia ammirazione e ho chiesto al Corriere della Sera di pubblicare al più presto una mia smentita”. Secondo Io Donna, nell’intervista rilasciata a Marzio G. Mian, Contini lancia pesanti accuse: “Sapevano e sanno che diversamente dagli altri interventi della Cooperazione ho preteso che questo durasse un anno, e non tre o quattro giusto per tirare in lungo con le diarie. Così hanno cercato di farmi saltare i nervi, ritardando le autorizzazioni. Ma non ci sono riusciti. Più l’emergenza è difficile, più sono calma. Mi chiedo perché devo sempre fare la dura, minacciare, per ottenere le cose”. La missione in Darfur secondo la citazione di Contini anticipata da Io Donna fu “inventata” “in sette minuti da Gianni Letta, Umberto Vattani e Giuseppe Deodato, autorizzati da Berlusconi. “Non volevano perdermi, perché, finito il mio mandato a Nassyria, gli inglesi stavano per affidarmi la ricostruzione nel Sud Iraq”. Contini avrebbe rivelato a Io Donna anche di aver ottenuto da parte dei ribelli la promessa che il trattato di pace in Darfur, quando e se ci sarà, sarà siglato a Roma. “Ma in Italia” prosegue la citazione del settimanale, “non ci hanno creduto abbastanza, si sono mossi tardi. Dovevano giocare la mia carta in chiave europea, avrei avuto le mani più libere. Ah, i sottosegretari… le Boniver, i Mantica”. Al suo rientro, aggiunge il settimanale, l’aspetta l’offerta di candidature da destra (“Berlusconi mi voleva affidare l’emergenza-Forza Italia” è la citazione) e da sinistra con la Margherita perché Francesco Rutelli, scrive Io Donna, è stato l’unico leader a visitarla in Darfur e la vorrebbe schierare in Lombardia. Mentre Letta starebbe lavorando a un superincarico istituzionale. Contini, conclude la citazione di Io Donna, è lusingata ma non si fa illusioni perché “Non è facile trovare qualcosa per me in Italia. Più facile trovare un altro Darfur”.


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