Volontariato
Bankitalia: ora basta con i governatori a vita
Il gran tessitore tra i fan di Tremonti e quelli di Fazio dice la sua sugli scandali: "Cirio è peggio di Parmalat". Intervista a Bruno Tabacci.
Il presidente della commissione Attività produttive della Camera dei deputati, l?onorevole Bruno Tabacci, esponente dell?Udc e lombardo doc, tra un?audizione in commissione, un?azzuffatina col superministro Tremonti e una mediazione con Berlusconi, è un tipo davvero difficile da intercettare.
Peraltro, anche quando lo abbiamo intervistato “aveva fretta”. La giornata era di quelle che pesano: il Consiglio dei ministri, infatti, aveva appena licenziato, nel pomeriggio di martedì 3 febbraio, un disegno di legge (di ben 50 articoli) per la ?tutela del risparmio?. Il testo, che è stato diffuso nei suoi punti essenziali da palazzo Chigi ma che Tabacci non commenta, prevede la trasformazione della Consob in una nuova autorità per la tutela del risparmio, l?introduzione del reato di “nocumento al risparmio” (per il quale è prevista la reclusione da 3 a 12 anni) e nuove modalità di attuazione della tutela della concorrenza in caso di fusioni o acquisizioni bancarie.
Unanime il coro della maggioranza, con la solita nota stonata della Lega, che “si riserva” di valutarlo: “Sono soddisfatto”, dice Tremonti; “È un buon testo”, per Fini; “Un compromesso alto e dignitoso”, sostiene il ministro Alemanno. “Non ha vinto nessuno, né la Banca d?Italia né le forze politiche sue nemiche né nessuno. Vince il risparmiatore”, secondo un altro ministro che di compromessi se ne intende, Rocco Buttiglione.
Mah, sarà. Tabacci è stato indicato dal Corriere della Sera come il ?tessitore? della pace tra il fronte Tremonti-Lega, avverso a Fazio, e quello An-Udc più favorevole a via Nazionale.
Vita: Allora, presidente Tabacci, il governo ha licenziato un testo che la soddisfa?
Bruno Tabacci: Si tratta di un testo sul quale non mi voglio esprimere nel merito in quanto non l?ho ancora letto, ma lo farò non appena arriverà in Parlamento: è un atto positivo, ma ricordo che, nell?esame delle Camere, bisognerà tenere conto del mio disegno di legge sulla materia, che risale al gennaio 2002, e di quello dell?onorevole Letta della Margherita, contemporaneo al mio. Si tratta del frutto di una mediazione politica. Le Camere, che sono sovrane, potranno lavorarci sopra.
Vita: Come tutelare risparmio e risparmiatori?
Tabacci: Distinguerei i due casi più gravi, quello Cirio e quello Parmalat. Nel primo le banche hanno collocato titoli sul mercato per rientrare dai crediti fatti a Cragnotti, e ora è giusto che li ricomprino e risarciscano chi ci ha perso. Per Parmalat, invece, è diverso: i titoli sono stati emessi dopo il rating e vi è stato uno scarico, un palleggio di responsabilità tra le società di revisione e le banche, con queste ultime che dicevano che i bond usciti da Parmalat godevano della ?tripla B? e le società di rating che si appellavano al fatto che i bilanci di quelle società erano stati ratificati. Bisogna intervenire, dunque, su due fronti: i consigli d?amministrazione delle società, che devono essere indipendenti, e i collegi sindacali che vanno designati dalla Consob, non da azionisti di riferimento. Per non dire delle società di revisione, che dovrebbero dimostrare maggiore professionalità.
Vita: Nella nuova divisione di compiti e di responsabilità, chi ci perde e chi ci guadagna?
Tabacci: Innanzitutto il sistema bancario deve annusare meglio i rischi insiti nelle operazioni finanziarie di certe società, e non scaricarli sui piccoli risparmiatori. Poi, certo, serve una maggiore e migliore divisione di compiti tra Antitrust, Bankitalia e Consob, che non vuol dire svuotare il potere dell?istituto centrale a scapito di altri, ma garantire a esso maggiore collegialità nelle decisione, e modificare le regole di nomina del governatore: non è accettabile che sia nominato ?a vita?.
Vita: E ai risparmiatori che carte rimangono in mano? Fanno bene a far partire i ricorsi?
Tabacci: Fanno benissimo. I risparmiatori devono potersi difendere. Hanno tutto il mio sostegno. Il testo del governo è solo un inizio.
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