Mondo

Bangladesh: i tradizionalisti contro le ong

In Bangladesh le ong diventano sempre più potenti, e i tradizionalisti mettono in dubbio la loro utilità

di Carlotta Jesi

Ong sotto processo in Bangladesh: secondo le fasce più tardizionliste della popolazione, la società civile del Paese canalizzano tutti i fondi di aiuto allo sviluppo donati dall’Occidente creando cambiamenti troppo grossi nella vita sociale. Ne da notizia il numero dell’Economist in edicola da oggi, secondo cui a preoccupare i tradizionalisti sarebbe soprattutto il sostegno che le ong danno alle donne cui, per esempio, vengono destinati gran parte dei prestiti del microcredito. Secondo il settimanale, gli attacchi sarebbero rivolti soprattutto alla Bangladesh Rural Advancement Commitee, una ong nata nel 1971 per combattere i disastrosi effetti delle inondazioni che oggi ha più dipendenti di tutte le altre ong del mondo e un budget pari a quello del ministero dell’Agricoltura. Alla polemica la società civile islamica e anche quella occidentale di stanza in Bangladesh rispondono con i risultati ottenuti negli ultimi anni: il Paese che una volta moriva di fame oggi produce 2 milioni di tonnellate di cibo, il numero delle persone con un’istruzione è duplicato negli ultilmi vent’anni e la condizione della donna è molto migliorata. Proprio l’attenzione riservata dalle ong europee alle donne e bambine rischia di trasformarsi in una battaglia politica il prossimo primo ottobre, quando il Bangladesh ci saranno le elezioni e, per contrastare i partiti tutti maschili creati dai mullahs, la società civile sta incoraggiando le donne a candidarsi al potere. Una sfida al fondamentalismo che a Daka, dove un sobborgo è stato ribattezzatto la città delle ong, non piace.

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