Famiglia

Bangladesh, governo indaga su ong islamiche

Secondo l'intelligence alcune ong sarebbero un pretesto per far arrivare fondi ai gruppi estremisti presenti nel Paese

di Emanuela Citterio

Il governo del Bangladesh ha iniziato a investigare sulle transazioni finanziarie delle maggiori Ong islamiche: l?intelligence nazionale sospetta che queste forniscano sostegno economico agli estremisti nel paese.

Secondo quanto riferito dall’agenzia Asianews, le autorità hanno ordinato alle amministrazioni locali di effettuare stretti controlli sulle attività delle madrasse sostenute da Ong islamiche; l?attenzione riconcentra soprattutto su quelle private – le cosiddette madrasse Qawmi – che non rientrano sotto il controllo del Governo. In Bangladesh le scuole coraniche private sono 15 mila a fronte delle 9 mila statali. Dal 2001 al 2005 il numero degli istituti scolastici, che ricevono fondi dallo Stato è cresciuto del 9,74%, contro il 22,2% delle madrasse.

Fonti di intelligence – fa sapere ancora Asianews – rivelano che tra le Ong monitorate vi è la Islahul Muslimine, fondata da Moulana Fariduddin Masud, arrestato con l?accusa di legami con i militanti estremisti. Solo nel 2004 l?organizzazione ha avuto transazioni per circa 187 mila euro.

?Lavoriamo nell?interesse della popolazione e non per addestrare alla guerra ? ha dichiarato un funzionario dell?Associazione delle Agenzie musulmane per il walfare in Bangladesh (Amwab) ? nessuna delle Ong islamiche registrate ha legami con i militanti?.

La difficoltà dell?indagine ? spiegano fonti interne ai Servizi – risiede anche nel fatto che i finanziamenti agli estremisti passano per canali informali e paralleli al circuito bancario come l?hundi. L?hundi è un sistema tradizionale grazie al quale ingenti somme vengono trasferite con una semplice telefonata in codice. Di queste conversazioni non rimangono tracce né su carta, né in forma elettronica. E dopo pochi mesi, i corrispondenti regolano i conti tra loro, sempre senza lasciare alcuna traccia scritta.

Le Ong islamiche lavorano in gran parte nei distretti poveri delle nord-ovest del paese, come Rangpur, Dinajpur e Rajshahi; qui si registra una forte crescita dell?attività di militanti islamici. La Jama?atul Mujahideen, dichiarata illegale, aveva iniziato a operare proprio a Rajshahi per poi raggiungere altre zone. Nella lista delle Ong sospette anche la Al Haramain Islamic Foundation, con sede in Arabia Saudita; questa negli ultimi anni ha restaurato numerose moschee proprio nelle zone del nordovest.

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