Volontariato

Banche di comunità anzi banche di vitalità

Il sociale oggi ha un’energia debole, sostiene il segretario generale del Censis. Per questo la funzione delle Bcc è preziosa: «Garantiscono coesione del territorio»

di Francesco Maggio

Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis è il più ?raffinato? interprete delle dinamiche socio-economiche della società italiana. Al convegno di Parma presenterà la ricerca Il valore sociale delle banche di credito cooperativo. In questa intervista ce ne anticipa gli aspetti qualificanti. E&F: Professor De Rita, qual è questo valore? Giuseppe De Rita: L?aderenza al territorio, la fedeltà al territorio, il rispetto delle dinamiche del territorio. Naturalmente poi ci sono aspetti più specifici come i rapporti con la clientela, le relazioni interpersonali, la formazione di gruppi di comunità, ma la principale peculiarità delle Bcc rimane quella di essere la tipologia di banca che più ha rispettato il territorio e su questo si è giocato tutto. Certo, anche le altre banche hanno i loro sportelli anche in territori molto circoscritti, ma bisogna vedere che tipo di significato attribuiscono allo sportello. Per le banche di credito cooperativo lo sportello è un modo di vivere insieme la comunità. Questo è il punto cruciale di questi ultimi dieci anni: abbiamo assistito in questo arco di tempo a una vera e propria polarizzazione, da una parte il sistema è andato verso una proiezione internazionale, dall?altra ha lasciato scoperto il territorio. E&F: Che ruolo ricoprono le Bcc nella cultura economica italiana di oggi? De Rita: Confesso di credere sempre poco nei meccanismi di ?messaggio culturale?. Il messaggio sta nella funzione esercitata. Una volta il messaggio delle casse rurali era quello di essere la banca della gente, ricordo qualche vescovo che mi diceva che aveva i soldi nella cassa rurale perché era la banca della ?sua? gente. Oggi la strategia delle banche è incentrata sulla funzione, non sul messaggio. Dove esercito la funzione di presidiare il territorio, quello è il messaggio, le banche e, in questo caso le Bcc, non devono dare messaggi ?sovrastrutturali?. E&F: Lei sostiene da tempo che la vera grande esigenza del nostro paese è quella di investire in coesione sociale. Le Bcc secondo lei lo fanno? De Rita: Certamente lo fanno, non lo dicono, ma lo fanno. Qual è oggi il vero problema italiano? Che il sociale, in quanto tale, non ha più l?energia di una volta, ha un?energia debole. Questo lo si vede anche nel terzo settore. L?energia sociale data dal sociale – mi si perdonerà il gioco di parole – negli ultimi 50 anni e da cui sono venute tante cose buone, dal welfare state alla concertazione, sta scadendo, è diventata un?energia sociale debole, per questo ci vuole un reinvestimento che naturalmente non potrà essere uguale a quello del passato. Per esempio, per stare sull?attualità, il problema delle periferie è un problema di investimento nella coesione sociale delle grandi città, posto che nella ?mia? Italia borghigiana la coesione sociale è spontanea. Ma in altre parti bisogna investire. Se uno va alla Bcc di Spello, tanto per dirne una, trova che questa banca svolge una missione di vitalità della comunità, fa comunità. Io non sono propenso a parlare, come faceva Bonomi, di neocomunitarismo, sarà perché mi sono formato alla scuola di Olivetti, ma oggi c?è questo bisogno di comunità che non si soddisfa creando nuovi centri sociali ma qualche cosa che attenga anche all?organizzazione della vita quotidiana. Io per esempio, comincerei a investire in coesione sociale in periferia proprio costruendo chiese con sagrati o con piazze. E&F: Insomma, per dirla con linguaggio giornalistico, le Bcc ?stanno sul pezzo?? De Rita: Diceva Heidegger che il vero meccanismo mentale è la ?prensione?, non la comprensione perché la comprensione implica avere già degli schemi mentali codificati dove mettere insieme i problemi e organizzarli. Il problema della società italiana è che in tanti cercano di far rientrare ciò che accade dentro caselle già costruite, mentre sono in pochi ad avere l?onestà di farne soltanto una ?prensione? e poi accompagnarla. Credo che le Bcc appartengano a questa seconda categoria.


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