Cultura
Banca mondiale: sempre meno gli aiuti ai Paesi poveri
Per Banca Mondiale gli aiuti forniti ai Pvs è invece diminuita notevolmente e nel 2001 ha fatto registrare un 20% in meno in termini reali rispetto al 1990, passando cioè dallo 0,34% allo 0,22% del Pi
di Paul Ricard
Per riuscire a dare un taglio decisivo alla povertà nei paesi in via di sviluppo le nazioni più ricche devono farsi avanti con gesti ”concreti” che, oltre ad una maggiore apertura dei loro mercati ai prodotti dei Pvs, si traducano in almeno 40-60 miliardi di dollari di aiuti in più all’anno. E’ quanto chiede a gran voce la Banca Mondiale secondo la quale la quota di aiuti forniti ai Pvs è invece diminuita notevolmente e nel 2001 ha fatto registrare un 20% in meno in termini reali rispetto al 1990, passando cioè dallo 0,34% allo 0,22% del Pil. A lanciare l’appello è stato uno dei direttori della Banca Mondiale, Uri Dadush, oggi a Roma per la presentazione del rapporto annuale ‘Global Development Finance’. Secondo il Global Developmente Finance stilato dall’istituto di Washington, i Paesi in via di sviluppo, che stanno ora soffrendo del rallentamento dell’economia globale, registreranno probabilmente una ripresa quest’anno. ”Ma i tassi di crescita di molti paesi poveri saranno comunque troppo bassi per una riduzione rapida della povertà”. L’output dei Pvs dovrebbe crescere del 3,2% quest’anno, solo poco di più del 2001, mentre la crescita dovrebbe accelerare, al 5%, nel 2003. Tuttavia, osserva la World Bank, la ripresa sarà meno pronunciata in molti dei paesi più poveri a causa della continua debolezza dei prezzi delle commodities. Questi paesi, dunque, avranno tassi di crescita molto inferiori rispetto a quelli richiesti per raggiungere l’obiettivo internazionale di dimezzare la quota di indigenti nel mondo (di coloro che, cioè vivono con meno di un dollaro al giorno) tra il 1990 ed il 2015. La Banca Mondiale ritiene perciò ”urgente” che i paesi ricchi dimostrino il proprio impegno a questo obiettivo ”aprendo i loro mercati ai prodotti dei Pvs ed aumentando la loro assistenza ai paesi a basso reddito che fanno un uso efficiente di tali aiuti”. Secondo Lorenzo Bini Smaghi dirigente del ministero dell’Economia, tuttavia, ”bisogna cambiare filosofia dell’assistenza e arrestare gli aiuti a pioggia ai paesi poveri”. A suo giudizio, infatti, ”e’ giusto fare delle scelte e indirizzare gli aiuti a quei paesi che hanno fatto precise scelte di policy, che hanno attuato riforme e processi di ristrutturazione dell’economia tali da poter massimizzare anche i benefici derivanti da tali aiuti”.
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