Non profit

Banca mondiale, indietro tutta

L’approvazione della diga di Bujagali toglie credibilità alla più grande istituzione internazionale di sviluppo

di Redazione

Ieri il Consiglio dei direttori esecutivi del Gruppo della Banca mondiale ha approvato prestiti per un valore di 155 milioni di dollari in favore della compagnia americana AES americana, il più grande produttore privato di energia al mondo, e del governo dell?Uganda per la realizzazione della controversa diga di Bujagali sul fiume Nilo, il cui costo finale sarà di ben 520 milioni di dollari.

Il progetto distruggerà le splendide cascate di Bujagali sul fiume Nilo, di un?importanza culturale millenaria per le popolazioni locali, provocando pesanti impatti sulle specie ittiche del Nilo senza che studi accurati al riguardo siano mai stati realizzati in Uganda.

Ma è ancora più grave la stima che prevede che la diga produrrà un aumento significativo delle tariffe elettriche in Uganda e che quindi l?energia prodotta non sarà accessibile per le comunità locali, oggi prive di energia, essendo in gran parte esportata in Kenya.

?Siamo di fronte all?ennesima cattedrale nel deserto della cooperazione multilaterale?, ha affermato Antonio Tricarico della Campagna per la riforma della Banca mondiale, ?Un passo indietro di un decennio che allungherà la lista, già folta, delle grandi dighe finanziate dalla Banca mondiale che non hanno portato lo sviluppo atteso per i paesi in via di sviluppo. Le alternative esistevano anche questa volta, ma la Banca mondiale non si è degnata di esplorarle con serietà?.

Appare singolare che l?accordo di acquisto dell?energia siglato dall?AES con il governo dell?Uganda per la vendita dell?energia prodotta a Bujagali, prevede che la compagnia americana riceverà 100 milioni di dollari l?anno a prescindere dalla quantità di energia che sarà prodotta.

Il consiglio dei direttori della Banca ha approvato il progetto nonostante siano ancora in corso un?indagine da parte dell??Anti-fraud Unit? interna alla Banca su accuse di corruzione che hanno macchiato la stipula dell?accordo e un?investigazione da parte dell??Inspection Panel?, organo di controllo indipendente all?interno della Banca, su possibili violazioni da parte della Banca delle sue stesse politiche operative nel disegno del progetto di Bujagali. L?investigazione è stata richiesta dalle comunità locali in Uganda, che hanno evidenziato come il progetto di Bujagali viola le raccomandazioni dell?autorevole Commissione mondiale sulle Dighe, promossa dalla stessa Banca mondiale.

?La cooperazione tedesca, svedese, inglese e francese, e persino l?agenzia di credito all?esportazione americana, la Eximbank, si sono rifiutate di finanziare il progetto proprio per gli elevati rischi economici e gli scandali di corruzione associati a questo?, ha aggiunto Tricarico. ?E? inaccettabile che un?istituzione globale quale la Banca mondiale, che si fa paladina del buon governo e della lotta alla corruzione, abbia permesso all?ex ministro dell?energia dell?Uganda, Richard Kaijuka, accusato di corruzione e costretto a dimettersi nel suo paese, di poter rappresentare l?Uganda alla votazione di ieri?, ha concluso Tricarico.

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