Economia

Banca etica: i soci nominano il nuovo CdA. I nomi

Più spazio alle realtà territoriali e la scommessa del risparmio gestito. Le sfide di cui s'è discusso all'assemblea dei soci

di Francesco Maggio

Dare sempre più spazio e rappresentanza al territorio in cabina di regia e procedere spediti verso la costituzione di un fondo di investimento etico: sono stati questi i due capisaldi attorno ai quali ha ruotato l’assemblea dei soci della Banca popolare etica (un ampio servizio sul prossimo numero del settimanale VITA) svoltasi sabato scorso presso il seminario minore di Tencarola di Selvazzano (Padova). L’evento, durante il quale è stato annunciato il raggiungimentio dell’utile (300 milioni di lire) con un’esercizio d’anticipo e che verrà destinato a ripianare le perdite pregresse, ha sancito l’avvio ufficiale della fase due dell’istituto, oggi di fronte a un bivio: continuare a fare esclusivamente attività di raccolta e impiego a favore di enti non profit; compiere un salto di qualità e costituire una Sgr-società di gestione del risparmio, in partnership con la Banca popolare di Milano, che dia vita a un fondo comune che selezioni gli investimenti secondo rigorosi criteri etici. Per quanto riguarda invece una più marcata presenza di esponenti del territorio in consiglio di amministrazione, sono stati nominati in rappresentanza del Nord-Ovest, Fabio Silva e Ambrogio Viganò; del Nord-Est, Luigi Barbieri; del Centro, Cesare Frassineti; del Sud, Tommaso Marino. Completano il consiglio: Fabio Salviato, Luigi Bobba, Mauro Cavani, Ugo Biggeri, Alessandro Antoniazzi, Guido Busato, Pino di Francesco, Daniela Guerra.


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