Investimenti responsabili

Banca Etica, i 15 milioni per le imprese femminili impiegati a tempo di record

Il prestito obbligazionario dedicato all’imprenditoria femminile è stato esaurito con oltre un mese di anticipo rispetto alla data di conclusione prevista. Segnale positivo per le donne imprenditrici e per chi crede nella finanza etica

di Nicola Varcasia

Impatto sociale, sviluppo sostenibile, rendimento. Questo è il mix di elementi con cui la finanza etica intende farsi strada nel portafoglio dei risparmiatori italiani. Va in questa direzione il prestito obbligazionario da 15 milioni di euro emesso da Banca Etica dedicato all’imprenditoria femminile in Italia che è andato esaurito con circa un mese di anticipo rispetto alla scadenza del periodo di collocamento. Lo ha comunicato lo stesso istituto di credito, evidenziando l’ampio interesse riscontrato nei risparmiatori, che hanno trovato in queste obbligazioni un’occasione di ottenere un rendimento soddisfacente creando opportunità di sviluppo per le iniziative di donne attive nell’economia reale.

Le imprese delle donne

«Questa offerta di obbligazioni di Banca Etica mira a favorire l’inclusione economica e finanziaria di genere, e perciò contribuisce alla crescita complessiva di un Paese come l’Italia, in cui le imprese femminili si distinguono per essere particolarmente capaci di innovazione, creatività e resilienza», sottolinea il direttore generale di Banca Etica, Nazzareno Gabrielli.
Gli ultimi dati disponibili (Unioncamere, 2022) mostrano come le imprese femminili rappresentino il 22% del totale e siano segnate da continue evoluzioni: se da un lato, le crisi del nostro tempo (guerra in Ucraina e crisi energetica, effetti della pandemia) hanno determinato una loro riduzione (circa 6mila in meno sul 2021), dall’altro, sono invece cresciute quelle più innovative, trainate dai settori a maggior contenuto di conoscenza.

Più reattive che mai

Le indagini (V° Rapporto Unioncamere – Si.Camera – Taglicarne) mostrano come dopo la pandemia, le imprese femminili siano state più reattive nell’abbracciare la transizione digitale così come quella ecologica (nel 2021 il 12% aveva iniziato a investire vs 9% di quelle non femminili).

Queste stesse indagini, tuttavia, mostrano come le imprese femminili incontrino maggiori barriere all’investimento sia nella transizione digitale (80% vs 76% delle non femminili) che green (83% vs 81%), tra le quali un ruolo molto importante è giocato proprio dall’insufficienza di risorse finanziarie. Banca Etica utilizzerà il denaro raccolto per finanziare imprese femminili, intese come imprese con una quota di amministratrici superiore alle soglie fissate dalla Legge 98/2006.  

Foto di LinkedIn Sales Solutions su Unsplash

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