Sostenibilità
Banca etica, Greenpeace e Crbm bocciano la politica energetica di Enel
Intervento all'assemblea degli azionisti: troppi investimenti su nucleare e fossili. Puntare di più sulle rinnovabili
di Redazione
Banca etica, Greenpeace e Crbm bocciano la politica energetica di Enel e chiedono alla societa’ guidata da Conti di rinunciare al progetto nucleare di Mochovce in Slovacchia e all’elettrodotto in Patagonia, e di spostare i propri investimenti dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Con questo intento oggi la Fondazione Culturale Responsabilita’ Etica, con il sostegno di Greenpeace e Crbm (Campagna per la riforma della Banca Mondiale), e’ intervenuta all’assemblea degli azionisti di Enel per portare all’attenzione di management e investitori un documento di forte critica alla politica energetica del Gruppo, “troppo orientata su fonti inquinanti e pericolose come carbone e nucleare”. Attivisti di Greenpeace in giacca e cravatta hanno anche consegnato un regalo all’amministratore delegato Fulvio Conti: un plastico dei reattori di Mochovce distrutti dall’impatto di un aereo. Si tratta della prima attivita’ in Italia di ”azionariato critico”, il cui scopo e’ duplice: da una parte portare le campagne di denuncia delle Organizzazioni Non Governative all’attenzione di azionisti, investitori istituzionali e vertici dei grandi gruppi industriali; dall’altra lanciare anche in Italia un meccanismo di democrazia economica, che favorisca la partecipazione degli azionisti alla vita dell’impresa. ”L’azionariato critico e’ una pratica corrente in molti Paesi. Con questa iniziativa ci auguriamo di dare un contributo perche’ anche in Italia tale forma di partecipazione possa portare maggiore trasparenza e sostenibilita’ tra le grandi imprese” afferma Ugo Biggeri, presidente della Fondazione Culturale.
Greenpeace critica “fortemente anche la decisione di riversare 1,9 miliardi di euro nel completamento di due pericolosi reattori nucleari sovietici a Mochovce, in Slovacchia. Si tratta – spiega l’associazione – di reattori di seconda generazione anni ’70 che non hanno alcun guscio di contenimento in grado di proteggerli da un incidente grave, come in caso di attentati terroristici”. Per questo alcuni attivisti hanno consegnato a Fulvio Conti un plastico dei reattori di Mochovce distrutti dall’impatto di un aereo. Crbm ha portato un altro caso di ”falsa soluzione” per contrastare i cambiamenti climatici: il progetto di 5 grandi dighe nella Patagonia cilena, che prevedono anche la realizzazione di un corridoio largo quasi 100 metri e lungo 2.300 km attraverso la foresta temperata, per costruire un elettrodotto che porti l’elettricita’ verso le industrie del rame nel Nord del Cile. Un progetto che potrebbe avere enormi impatti su uno degli ultimi paradisi naturali del Paese. Le tre organizzazioni chiedono a Enel di rinunciare ai progetti di Mochovce in Slovacchia e HidroAyse’n in Patagonia, e di spostare i propri investimenti dai combustibili fossili alle energie rinnovabili per contribuire a diminuire la dipendenza dell’Italia dall’estero e arginare il fenomeno dei cambiamenti climatici.
La decisione di intervenire all’assemblea di Enel e’ stata presa su proposta di Greenepace e Crbm, che da tempo hanno avviato campagne di critica alle scelte del Gruppo. Gia’ oggi, affermano, “Enel e’ il primo killer del clima in Italia con l’emissione di 56,2 milioni di tonnellate (Mt) di CO2 nel 2005, quasi un decimo delle emissioni totali italiane in quell’anno”. ”Vista la gravita’ dei cambiamenti climatici, la strategia di Enel – rimarcano – dovrebbe essere volta a ridurre le emissioni di gas serra, invece e’ tutto il contrario: la maggior parte degli investimenti rimane bloccata su fonti fossili tradizionali e nucleare, solo il 18% alle rinnovabili” accusa Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace. In Italia Enel ha intenzione di arrivare a coprire il 50% della propria produzione elettrica da carbone, il combustibile con le piu’ alte emissioni di gas serra. La sola conversione a carbone della centrale di Civitavecchia comportera’ l’emissione in atmosfera di oltre 10 Mt di tonnellate di CO2 ogni anno, mentre il Paese dovrebbe ridurle di 100 Mt al 2012 per rispettare gli obiettivi di Kyoto”.
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