Finanza e sviluppo
Banca Etica, due visioni a confronto per il futuro
Modello partecipativo, gestione del risparmio, tecnologia, presenza internazionale. Le liste presentate da Aldo Soldi e Alessandro Messina assieme ai propri collaboratori per la nuova guida dell’istituto propongono modalità assai differenti per perseguire l’obiettivo comune di rafforzare l’organizzazione che, da oltre 25 anni, si distingue per l’adesione incondizionata ai principi della finanza etica. Analisi ragionata dei due programmi

La finanza etica deve rimanere al centro. Senza se e senza ma. Se c’è un punto in comune tra le due liste in campo per il rinnovo dei vertici di Banca Etica è questo. Parliamo di un concetto identitario e fondativo, a partire dal quale, però, vengono messe in gioco strategie e competenze molto diverse tra loro. Per questo VITA prosegue nel suo impegno a seguire il percorso che porterà, il 17 maggio prossimo, all’elezione del nuovo consiglio di amministrazione del Gruppo da parte dell’assemblea dei soci. Con una prima analisi dei programmi presentati dalle due liste. Evidenzieremo quelli che, a nostro avviso, sono gli elementi in comune, assieme agli altri – non pochi – di discontinuità. Rimandiamo al nostro precedente articolo, che trovate poco sotto, il dettaglio sulle due squadre, la Lista partecipativa, che candida l’attuale vice presidente, Aldo Soldi, una lunga esperienza nel mondo cooperativo e Restart, la lista che candida Alessandro Messina, manager esperto di finanza e per anni già direttore generale proprio di Banca Etica.
Etica è partecipazione
In generale, la Lista partecipativa è ispirata a una continuità con la gestione esistente, mentre la lista Restart muove rilievi molto critici ponendo soluzioni alternative quasi su tutto. Lo si nota anche da uno dei punti in comune alle due liste sulla necessità di rafforzare la partecipazione dei soci alla vita della banca. La Lista Partecipativa, che rassicura sull’efficacia degli attuali strumenti, intende valorizzare la rete territoriale, composta dai Gruppi di iniziativa territoriale – Git e dai coordinamenti e punta quindi a potenziare sostanzialmente gli strumenti già in essere. Invece la lista Restart è per una revisione più radicale della governance partecipativa, da realizzare anche grazie all’adozione di assemblee locali, comitati tematici e strumenti digitali, incluso l’uso di Decentralised autonomous organisation – Dao, basati su tecnologia blockchain.
Le Sgr e le altre banche popolari
Uno dei punti di distanza massima tra i due programmi riguarda la recente acquisizione di Impact Sgr, avvenuta per riorganizzare la capacità di gestione del risparmio del Gruppo e di orientarlo alle sue finalità etiche. Collegato alla Sgr è poi il tema del finanziamento della produzione e del commercio di armi, rispetto a cui entrambe le liste sono avverse e che tocca Etica Sgr, la storica Sgr. Il Gruppo ne detiene la maggioranza, ma è partecipata da altre banche popolari che rientrano nella definizione tecnica di banche cosiddette “armate”. Anche qui le formule divergono. La Lista partecipativa ritiene l’acquisizione di Impact Sgr un passo importante per l’autonomia del Gruppo e lo sviluppo di nuovi prodotti in linea con le regole della finanza etica. Inoltre, evidenzia i passi fatti, ad esempio l’istituzione del rating zero armi, e intende mantenere un atteggiamento più dialogante con le banche socie coinvolte in finanziamenti all’industria bellica. La Lista Restart è, invece, molto critica verso l’acquisizione di Impact Sgr in quanto non risolve le contraddizioni esistenti rispetto a Etica Sgr.

La prima riguarda proprio le relazioni con le tre banche socie, «tutte inserite nella lista ministeriale degli intermediari coinvolti nel finanziamento all’export di armi». La seconda contraddiione riguarda la mancata operatività della Sgr sui mercati illiquidi. Ossia, l’incapacità, oggi, di Etica Sgr di investire in titoli di società non quotate nei mercati regolamentati. La lettura completa dei programmi e l’ascolto successivo delle voci dei protagonisti consentirà, soprattutto in questo caso, di cogliere meglio il profilo critico di questo punto.
Spagna e no
Un’altra divergenza molto marcata riguarda la presenza di Banca Etica in Spagna, chiamata Fiare. La Lista partecipativa ritiene importante rafforzare la presenza in Spagna evolvendo verso «un modello più aderente al territorio», ma sempre all’interno dell’attuale assetto. Restart propone un deciso cambio di struttura, che prevede la trasformazione di Fiare in una banca autonoma di diritto spagnolo, di cui Banca Etica potrebbe essere anche proprietaria assieme a una cooperativa di soci spagnoli, con management locale.
Parole chiave 1
Per la lista partecipativa le parole chiave che descriveranno il futuro sono: etica, inclusiva e dialogante. Così si legge nell’incipit del programma «Riteniamo importante proseguire il sogno dei fondatori di Banca Etica garantendo stabilità. Ci poniamo in continuità con il progetto che ha visto nascere e crescere la banca, condividendone profondamente principi e valori come base di partenza per governare il necessario processo di cambiamento e sviluppo. C’è e ci sarà sempre più bisogno di comportamenti etici (non solo in finanza). Significa, per la banca, mettere al centro la dignità della persona e la salvaguardia dell’ambiente, ripudiare la guerra, combattere le disuguaglianze e le discriminazioni di ogni genere, favorire l’inclusione sociale e finanziaria. Significa, per la banca e per il gruppo, fare scelte coerenti nella destinazione delle risorse finanziarie disponibili. I principi della cooperazione ben si saldano con quelli della finanza etica. Partecipazione dei soci, governo democratico, mutualità, solidarietà, trasparenza, relazione col territorio. È perciò importante che Banca Etica rimanga saldamente cooperativa, quotidianamente impegnata nella coerenza fra principi e comportamenti reali. Una banca che crea comunità».
Parole chiave 2
Per Restart le parole chiave sono finanza etica radicale, generativa e democratica. Il suo piano programmatico viene presentato così: «Banca Etica può continuare a crescere e progredire, sostenuta da un’alleanza tra persone e organizzazioni per una finanza etica radicale, generativa e democratica. Questo piano programmatico propone un nuovo ambizioso progetto di finanza alternativa, utilizzando l’innovazione per favorire il cambiamento, accompagnando l’evoluzione della cultura manageriale e valorizzando le risorse interne. Con chiare azioni per superare le odierne criticità: la partecipazione stagnante, l’insoddisfazione dei clienti, i prestiti in flessione, gli investimenti poco orientati verso aree a valore sociale e ambientale, le irrisolte contraddizioni di Etica Sgr».
Dialogheremo con entrambi i rappresentanti per approfondire questi spunti e gli altri che i protagonisti ritarranno utili da affrontare.
Foto di Dyana Wing So su Unsplash
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