Famiglia

Bambino di strada recitami la tua vita

È un vero "menino da rua" l'interprete del film che sta trionfando in tutto il mondo.Il regista Salles lo ha trovato mentre chiedeva l'elemosina.

di Antonio Autieri

In Brasile ha commosso oltre un milione e mezzo di spettatori, che hanno decretato a un film ?povero? un trionfo superiore ai kolossal Titanic e Godzilla. All?estero è stato un susseguirsi di riconoscimenti e premi: il sofisticato Sundance (il festival degli indipendenti ideato da Robert Redford) negli Usa, il prestigioso Orso d?oro vinto a Berlino. Ora, dopo che i critici di New York nel loro premio annuale lo hanno scelto come miglior film straniero, Central do Brasil è candidato al César francese e punta dritto, dopo la nomination, al premio Oscar, dove sembra ancora una volta favorito nei confronti di La vita è bella di Roberto Benigni.
Il film di Walter Salles è la storia di un?amicizia insolita tra il piccolo Josué, rimasto solo al mondo dopo aver visto la madre morire sotto un autobus, e l?attempata e cinica Dora, una ex insegnante che per sbarcare il lunario si adatta a scrivere lettere a pagamento per i pendolari analfabeti che passano nella stazione di Rio de Janeiro (lettere che nella maggior parte dei casi poi non si degna neppure di spedire…).
In realtà di amicizia, all?inizio, non si può proprio parlare: per Dora il bambino che si ritrova letteralmente tra i piedi è un vero peso, una scocciatura di cui liberarsi al più presto. Dora è insensibile alle sue richieste d?aiuto. Tanto da decidere persino di venderlo a un trafficante di organi in cambio di mille dollari, con cui acquista un televisore a colori… Poi, però, in un sussulto di coscienza, l?ex insegnante andrà a riprendersi il bambino: l?inevitabile fuga dai malviventi si trasforma in un viaggio alla ricerca del padre che Josué non ha mai conosciuto e che vive dall?altra parte del Brasile. Alla fine di questo viaggio nascerà la sorprendente amicizia, che giungerà a toccare fino in fondo il cuore della donna.
Salles è riuscito a raccontare una storia delicatissima di sofferenza e speranza gettando una luce sincera sul mondo dell?infanzia: il bambino, che sfugge a una probabile morte per mano di trafficanti di organi, è il simbolo di un?infanzia tutt?altro che protetta o rispettata che deve crescere in fretta in un Paese dalle mille contraddizioni. Il contesto di questo capolavoro è infatti un gigante malato dove arrangiarsi è un obbligo, le distanze sono sterminate, la disuguaglianza è palese (il 99% del reddito del Brasile è in mano all?uno per cento della popolazione) ma il popolo mantiene una dignità sorprendente.
In questa miseria viveva fino a ieri anche Vinicius de Oliveira, il bravissimo bambino protagonista del film che sfoggia un?incredibile naturalezza. Il regista lo incontrò all?aeroporto che elemosinava i soldi per un panino. Oltre al pranzo fu ?convocato? per un provino, e oggi nel suo paese è una star, gira il mondo accompagnando il film ma soprattutto può vivere più decentemente (e perfino studiare) insieme ai suoi genitori. Una curiosità: le lettere scritte da Dora non sono finte, ma vere: sono quelle che la gente che assisteva alle riprese – l?analfabetismo è davvero una piaga in questo Paese – chiedeva alla grande attrice Fernanda Montenegro, una celebrità in Brasile. Che in questo modo ha proprio dato una mano (letteralmente…) a questi umiliati e offesi dalla società.

C’è un’ “Oca” a vegliare sulle notti di Bahia

Da quattro anni i meninos da rua di Salvador de Bahia, in Brasile, hanno un amico prezioso: Oca, Oragnizaçao Criança Adolescente. L?organizzazione non governativa per i bambini e ragazzi di strada brasiliani fondata quattro anni fa dal triestino Stefano Passoni e dalla Comunità di San Benedetto al Porto di Genova. Una ong che dei meninos si cura senza strapparli dal contesto in cui vivono ma proponendo loro dei progetti cui partecipare liberamente. I più recenti e significativi sono la costruzione di una grande fattoria in cui chiunque possa essere accolto ed esprimersi, di laboratori per imparare a trasformare i rifiuti urbani in giocattoli con cui divertirsi oppure l?attuazione di veri programmi di sviluppo locale che coivolgono differenti realtà sociali. A proporre molte delle iniziative sono proprio i ragazzi, che insieme agli operatori di Oca di notte attraversano la città portando aiuto dove c?è bisogno. Testimoniando ai loro coetanei che vivono per strada che un?alternativa c?è. Che per sottrarsi alla morte, alla miseria e alla prostituzione basta allungare una mano e chiedere aiuto.
Grazie a Oca, da Bahia, alcuni ragazzi vengono inoltre in Italia per studiare e continuare a parlare dei meninos del Brasile. Per raccogliere fondi affinché il loro numero diminuisca sempre di più.
Informazioni:Oca presso Comunità di San Benedetto al Porto di Genova,tel 010/2422573.

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