Famiglia

Bambini, quel dramma che n0n fa rumore

Testimonianze. Un’jaccuse contro il turismo sessuale

di Benedetta Verrini

Il dolore dei bambini è come il rumore dell?erba che cresce. Quasi nessuno lo riesce a udire. Per chi ce la fa, quel rumore è insopportabile. È per questo, forse, che quando ha iniziato ad avvertirlo, durante il suo primo viaggio nel Sud-Est Asiatico, Marco Scarpati non si è più dato pace. Avvocato, padre di due figli, tra i maggiori esperti di adozioni in Italia, Scarpati è presidente di Ecpat, associazione internazionale che lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori.
Tutto è iniziato a Bangkok, quando un venditore di magliette gli ha messo in mano un catalogo. Dentro foto di bambini in pose inequivocabili. «Italiano, puoi farci tutto quello che vuoi, ma non ucciderli», gli ha detto il mercante. Per Scarpati è iniziata una battaglia per portare alla luce e annientare questo commercio disumano. A mettere insieme questo libro ci ha messo un po? di anni. Perché Il rumore dell?erba che cresce è un diario dentro un incubo, quello dei bambini rapiti, venduti, picchiati, abusati, annientati ogni giorno nei bordelli della Cambogia e di altri paesi dell?Est Asiatico.
È un libro duro da leggere, che mette nero su bianco verità che non vogliamo conoscere. Come che il turismo sessuale ha la faccia pulita di tanti occidentali insospettabili. Che la pedofilia, quando è praticata nei paesi poveri, si nasconde dietro i luoghi comuni delle ragazze «che là maturano prima», e di cui «non si capisce l?età».
Come se ci portasse in viaggio con lui, Scarpati ci mostra i visi dei bambini che ha incontrato. Quelli strappati dai bordelli a costo di enormi rischi e azioni spettacolari (come quando arrivò ad ?acquistare? tre ragazzine, Da, Kim e Sa Rouern, per strapparle dalla prostituzione, e si fece rilasciare una regolarissima ?ricevuta fiscale? che finì sui giornali di mezzo mondo). E poi, ancora, i bambini seviziati per fare pellicole clandestine, bambini che hanno terrore del mondo dei grandi. Quelli ospitati nella ?Casa dei mille giorni?, così malati che a mille giorni di vita non ci arriveranno.
Ma anche quelli che tentano, faticosamente, di ricominciare una vita da adolescenti e i tanti, salvati dai progetti di cooperazione e di sostegno a distanza, che danno agli operatori la ragione per andare avanti, rischiare ogni giorno la vita, sfidare l?orrore. Un respiro di solidarietà, tenerezza, amore che anima tutto il racconto. E alla fine, fa sperare che quel sussurro di dolore si trasformi, un giorno, anche in speranza.

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