Famiglia

Bambini iperattivi

Quanti sono i piccoli “bisognosi” di Ritalin?: si insinua il dubbio delle cifre gonfiate

di Chiara Sirna

Un balletto di cifre. Quando si parla di Adhd, sindrome di disturbo da deficit dell?attenzione e iperattività, non si riesce a capire quanti bimbi italiani ne soffrano e con che livello di gravità, né quanti tra i potenziali malati abbiano veramente bisogno di cure farmacologiche. Si passa da dati allarmanti a tesi più che tranquillizzanti, a posizioni ?negazioniste?, che mettono addirittura in dubbio l?esistenza della sindrome stessa.

Le ultime cifre diramate dalle associazioni Aifa e Aidai, che rappresentano le famiglie dei bambini iperattivi, indicano per la sola Lombardia una percentuale di bambini malati compresa tra il 3 e il 5% della popolazione pediatrica regionale. «No, l?1% è un valore credibile», ribattono dall?Istituto superiore di sanità, che sull?Adhd ha avviato un progetto specifico e curerà il registro nazionale dei malati volto a monitorare l?uso e la prescrizione di psicofarmaci quali Ritalin e Strattera.

La disputa è scoppiata appena tre settimane dopo che questi farmaci hanno ottenuto il via libera alla commercializzazione dall?Agenzia italiana per il farmaco. A iniziare sono state le associazioni di famiglie e genitori con figli malati di Adhd, che in una conferenza stampa tenuta in aprile a Milano hanno diramato cifre ?bomba?. «Abbiamo da 20 a 40mila bambini lombardi malati, di cui 10mila con una diagnosi di Adhd grave», ha detto Antonella Costantino, direttore dell?Unità operativa di Neuropsichiatria dell?infanzia e dell?adolescenza all?Ospedale Maggiore di Milano. Pronta la replica dell?associazione Giù le mani dal bambini, che si oppone alla medicalizzazione dei minori, e ha anche presentato un ricordo al tar del Lazio contro Ritalin e Strattera (vedi box): «La percentuale di popolazione pediatrica affetta da Adhd», fanno notare, «prima del via libera ai farmaci era dello 0,8%, come mai adesso è schizzata al 4%?».

Non si discosta – e ?pesa? sicuramente di più – l?opinione dell?Istituto superiore di sanità. «Quelli diramati a Milano sono i dati della letteratura scientifica internazionale», chiarisce Pietro Panei, pediatra, epidemiologo, responsabile del progetto Adhd per l?Iss. «Il problema è che non sono applicabili alla realtà italiana». «Tra il 93 e il 2003 in Italia sono stati fatti 5-6 studi su oltre 120mila bambini», aggiunge Panei, «a Firenze, Torino, Roma, Cesena e in Friuli. Sono sempre emersi valori medi intorno all?1%». È strano dunque che in Friuli la percentuale di bambini affetti da Adhd si aggiri intorno allo 0,45% e in Lombardia salga al 4-5%, no? «L?errore dello studio», conclude Panei, «sta nel fatto che hanno preso i valori di incidenza negli Stati Uniti o nel Regno Unito, dove si viaggia all?8% e 5% e li hanno riportati all?Italia. Ma questo falsa i risultati».


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