Denunce
Bambini in carcere, chiude l’unico Icam del Sud
Si appresta alla chiusura l’Istituto a custodia attenuata per madri con bambini al seguito della provincia di Avellino, dopo il trasferimento in altri istituti di pena di tutte le madri e dei loro bambini presenti. Maria Patrizia Stasi (Fondazione Comunità salernitana): «Chiediamo che le donne ritornino e che l'Icam non chiuda definitivamente, ce n’è un estremo bisogno. I bambini lì potevano vivere una vita apparentemente serena e socializzante». E lancia un appello
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La notizia della chiusura dell’Istituto a custodia attenuata per madri con bambini al seguito – Icam di Lauro (Avellino), aperto nel 2016, circolava da giorni. «Quello di Lauro è uno dei pochissimi Icam, unico nel Sud, dove madri e bambini potevano convivere e, soprattutto, i bambini potevano vivere una vita apparentemente serena e socializzante all’interno del contesto scuola e del contesto gruppo di pari», dice Maria Patrizia Stasi, segretaria generale della Fondazione della Comunità salernitana.
Donne e bambini trasferiti in tutta Italia
«All’interno di questo istituto, da alcuni mesi, via via si è assistito a uno svuotamento, le madri sono state allontanate a Milano, a Genova, a Cagliari negli altri Istituti di pena attenuata per motivi che non sono pubblici. Noi riteniamo che i bambini abbiano il diritto a vivere all’interno dei contesti di detenzione in cui si trovano, con una parvenza di serenità». Stasi lancia un appello: «Chiediamo alle istituzioni, al garante per i detenuti, a tutte le realtà sociali che si muovono in quest’ambito di intervenire affinché non ci sia la chiusura definitiva di quest’istituto».
Un progetto in partenza
La fondazione ha tentato di portare, grazie al progetto “Save love” finanziato dall’impresa sociale Con i bambini, una serie di iniziative e di attività che erano in partenza. «Ci dispiace moltissimo che, per motivi di organizzazione interna, le donne, e in particolare i bambini, vengano allontanati negando loro qualsiasi possibilità di contatto anche con le famiglie di origine e con il contesto scuola in cui stavano crescendo. Chiediamo che le donne ritornino e che l’istituto non venga chiuso con un Decreto ministeriale perché ce n’è un estremo bisogno».
Michael e Trinity, ultimi due bambini
I garanti territoriali campani dei detenuti hanno manifestato la loro contrarietà alla chiusura. «Un paio di giorni fa sono partite le ultime due donne presenti nel carcere per detenute madri di Lauro (Avellino) alla volta di Venezia e Milano», dice Samuele Ciambriello, garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
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«Michael, nato nel 2017 a Caltanissetta sta frequentando a Lauro la seconda elementare. Trinity, nata a Napoli il 2019, sta frequentando l’ultimo anno dell’infanzia. Bambini senza colpe. Vorrei ricordare alle autorità che hanno ordinato questi trasferimenti durante l’anno scolastico che l’art. 3 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sancisce il principio che ogni legge, ogni provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino deve avere una considerazione preminente», prosegue Ciambriello. «E allora perché questa fretta? Perché questa chiusura? Andranno in carceri dove ci sono solo due donne con bambini».
Più di un milione di euro
Per aprire Lauro, ristrutturando quello che era l’Istituto a custodia attenuata – Icatt, furono spesi più di un milione di euro per accogliere 30 detenute madri con figli. Il garante campano invoca un intervento della politica e della magistratura. «Perché tenere aperte a Torino, Milano e Venezia tre mini strutture e non chiuderne una lì? Nessun agente di polizia penitenziaria, nessun amministrativo, educatore che lavora a Lauro sarà impegnato altrove».
Ciambriello aggiunge che «sono gettati al vento anche i finanziamenti del Consiglio regionale (30mila euro) per attività educative ed integrative e la disponibilità di una comunità di accoglienza per detenute madri con figli, in un bene confiscato a Quarto. Indignarsi è poco! Intervenga la politica e la magistratura».
Foto di apertura dal catalogo della mostra fotografica Senza colpe di Anna Catalano. Foto nell’articolo dell’ufficio stampa Fondazione Comunità salernitana.
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