Famiglia

Bambini e qualità della vita

Il Sole24Ore ha pubblicato nei giorni scorsi la 23esima edizione della Ricerca sulla Qualità della vita nelle Provincie italiane. Unicef ha fatto un'analisi dalla parte dei bambini

di Redazione

Dai risultati emersi la città di Bolzano si colloca al 1° posto, Taranto all'ultimo, Roma e Milano in salita rispettivamente al 21esimo e al 17esimo.
    Gli indicatori sui quali si è giocata la graduatoria sono sei: Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi Ambiente e Salute, Popolazione, Ordine Pubblico e Tempo Libero. Tutti aspetti del quotidiano che spaziano dal prodotto interno lordo pro capite alla media mensile della pensione, dalle imprese registrate sul territorio al clima, dagli ospedali agli asili nido, dai problemi di ordine pubblico sino al tempo libero.
    E' una classifica delle città italiane, per i cittadini. Ogni aspetto preso in esame dalla ricerca influisce sulla crescita dei nostri piccoli ed è importante sottolinearlo, perché i bambini devono avere stesse opportunità e stessi diritti in qualsiasi città si trovino a vivere. E' un monito per le amministrazioni comunali, ma anche per le Istituzioni, perché continui un progetto comune di sviluppo e ripresa delle situazioni più critiche.
    Il disagio di un bambino non deriva solo dall'ambiente familiare di provenienza, ma anche dal contesto sociale in cui cresce. Venezia come Napoli, Cagliari come Trento, città e non stereotipi per definire una località migliore o peggiore di un'altra. La priorità deve essere data ancora una volta ai bambini, al loro superiore interesse, come enunciato nella Convenzione sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza e come promosso dall’UNICEF attraverso il programma Città amiche dei bambini e degli adolescenti. “La finalità di questo programma” – spiega il Presidente dell'UNICEF Italia Giacomo Guerrera -“è supportare le singole amministrazioni nella realizzazione di buone pratiche che possano migliorare la vita dei propri concittadini più giovani. Perché un comune diventi davvero a misura di bambino è necessario coinvolgere tutti i soggetti presenti sul territorio in un processo partecipativo che preveda la collaborazione, la formazione e l’ascolto dei bambini e degli adolescenti, da parte non soltanto delle autorità locali e degli esperti di settore, ma anche della società civile. Nessuno più dei diretti interessati, i bambini, può aiutarci a capire verso quali obiettivi lavorare, l’importante è saperli ascoltare. L’UNICEF, attraverso Città amiche dei bambini e degli adolescenti, si impegna proprio a fare questo perché ogni bambino presente sul territorio italiano veda rispettati i propri diritti ed abbia le stesse possibilità di sviluppo in un ambiente sereno e tranquillo”.  
    Grazie all'impegno dei volontari dei Comitati locali UNICEF, quasi 100 Comuni in tutta Italia sono impegnati nel Progetto Città amiche dei bambini e degli adolescenti. Come stimolo a progedire nella “costruzione di una città a misura di bambino”, l'UNICEF ha cominciato a rilasciare “Certificati di Impegno” ad alcune Amministrazioni coinvolte da anni in questo percorso, che hanno realizzato rapporti sulle attività fatte nel tempo per/con i bambini. In seguito alla diffusione del kit dell'UNICEF "Città Amiche", altri 150 Comuni hanno iniziato il percorso.
 


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