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“Bambini di nessuno?”: i risultati del convegno Chicco-Amici dei Bambini

di AiBi

Milano, 20 Ottobre 2006 – Si è svolto a Milano il Convegno ?Bambini di nessuno??, dove sono stati presentati i risultati di due importanti ricerche promosse da Amici dei Bambini e Chicco in collaborazione con Eurisko e Etnolab; le indagini avevano l?obiettivo di verificare la percezione del fenomeno dell?abbandono da parte dell?opinione pubblica e si inseriscono in un quadro integrato di ricerche che Amici dei Bambini sta promuovendo. Il convegno è stata anche l?occasione per affrontare il tema dell?abbandono a fronte dell?imminente chiusura degli Istituti in Italia prevista per il 31 dicembre 2006, secondo la legge 149/2001. L?incontro, moderato da Monica Sala, giornalista, ha visto la partecipazione di numerosi esperi e ha avuto il patrocinio del Ministero della Solidarietà Sociale e della Società Italiana di Pediatria.

L?abbandono visto dagli altri – La ricerca presentata da Eurisko mette in evidenza aspetti variegati ed anche contraddittori del problema dell?abbandono: gli intervistati tendono a prendere distanza e a ?difendersi? da un fenomeno che suscita grande angoscia. L?assenza di relazioni familiari che caratterizza le strutture assistenziali per i minori, viene percepita come forma di abbandono da meno della metà degli intervistati (48%). D?altra parte, hanno un riconoscimento maggiore forme più gravi di abbandono, come quella dei bambini stranieri che vivono nelle strade (81%) e quella dei bambini che vivono in famiglia ma che sono trascurati dai genitori (80%).

Ne consegue una continua oscillazione fra riconoscimento del problema – un problema vicino, che tocca anche i nostri bambini trascurati in famiglia – e allontanamento. Infatti per la maggior parte degli intervistati l?orfanotrofio, le strutture di assistenza sono realtà lontane: solo il 4% cita l?orfanotrofio come situazione di abbandono.

I valori in gioco – Al di là della scarsa consapevolezza e conoscenza, emerge tra gli italiani una grande disponibilità a riconoscere i bisogni di amore e di affetto del bambino abbandonato che sicuramente non sono soddisfatti dalle strutture assistenziali. Il valore educativo dell?affettività per la crescita dei minori è un dato riconosciuto dal 67% degli intervistati, assieme al valore dell?essere inserito in una famiglia, riconosciuto dal 22%: si tratta di dati che rivelano ?in positivo? l?importanza che viene attribuita alle relazioni affettive e familiari per una armoniosa crescita dei minori.

?Che la preoccupazione per l?abbandono sia uno dei temi centrali dell?infanzia è ampiamente testimoniato dalle favole che vengono raccontate ai bambini, come Hansel e Gretel, Pollicino, Cappuccetto Rosso. E? ben noto che le favole servono ai bambini per elaborare le loro paure e rendere i pericoli più accettabili.? commenta il Professor Massimo Ammaniti, Ordinario di Psicologia Dinamica e Clinica dell?Infanzia, dell?adolescenza e della famiglia, Università degli Studi di Roma La Sapienza ?Il legame e l?attaccamento con i genitori e le figure significative garantisce e ha garantito non solo la possibilità di sopravvivere ma anche di vivere in un ambiente adeguato dal punto di vista delle cure e della protezione?

Inoltre vi è una grande disponibilità a farsi carico anche in piccola parte del problema, circa il 70% degli intervistati. Il tipo di intervento rimane però soprattutto quello attraverso donazioni e sostegno a distanza.
?In venti anni di battaglie per tutelare l?infanzia abbandonata, abbiamo capito che le leggi non sono state sufficienti per rendere effettivo il diritto dei bambini alla famiglia,? afferma Marco Griffini, presidente dell?Associazione Amici dei Bambini. ?Si è risposto invece con l?assistenza, un mito che è difficile da sradicare, che perpetua l?abbandono e non offre giustizia agli orfani. Ma questi non sono ?bambini di carta?: oggi esistono leggi che non sono fondate su una cultura dell?accoglienza. Il recente caso della bambina bielorussa, Maria, è emblematico.?

E in conclusione commenta Francesco Villa, Professore Associato di sociologia Generale dell’Università ?Cattolica del Sacro Cuore? di Milano: ?In rapporto a quanto evidenziato dalla ricerca, si può forse dire che per realizzare la transizione dall?assistenza negli istituti all?accoglienza nelle famiglie è necessaria una consapevolezza maggiore dei valori in gioco, sia da parte dell?opinione pubblica sia da parte dei mass-media? afferma e continua ?La chiusura degli istituti è un obiettivo elevato di politica sociale, che fa riferimento al diritto a significative relazioni familiari, come diritto fondamentale di ogni essere umano.?

Il senso di isolamento che accompagna l?abbandono caratterizza invece il vissuto di chi, genitore adottivo e/o affidatario, figlio, o operatore sociale si trova a dover vivere e convivere con questa esperienza. È quello che emerge dalla ricerca presentata in questa stessa occasione dal titolo ?Significati, rappresentazioni e vissuti dell?abbandono in chi ne ha avuto esperienza diretta: figli, famiglie e operatori? condotta da Eikon-Etnolab. La ricerca ha evidenziato come il tratto comune dei tre gruppi sia proprio la dimensione dell?isolamento. Dalle loro esperienze emergono, sentimenti di insicurezza, solitudine ed impotenza; un isolamento che appare a tinte forti soprattutto nell?ambiente scolastico. Da questa indagine emerge anche un grande bisogno, dichiarato, di educazione alla relazione, di riscoperta dell?altro e la necessità espressa all?unisono di cooperazione e scambio, nell?intento di creare sistema.

Il Convegno nasce dall?esperienza del progetto ?Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie? che vede concretamente impegnati da oltre 3 anni Amici dei Bambini e Chicco. Il progetto ha permesso la creazione e la gestione di una rete di Case Famiglia e Centri Servizi alla Famiglia, nei quali i bambini temporaneamente allontanati dai propri genitori possano vivere in un ambiente in cui ci siano figure genitoriali di riferimento.

?La filosofia di Chicco vede al centro i bambini e la relazione bambino-genitore nelle differenti fasi della sua crescita?, afferma Francesca Catelli, Direttore Comunicazione Gruppo Artsana. ?Perciò ci stiamo fortemente e concretamente impegnando fin dal 2003 perché anche i bambini ora ospitati in istituto conoscano il calore di una famiglia e vivano l?esperienza delle relazioni che si creano nell?esperienza dell?accoglienza?.

Dal 2003 Amici dei Bambini e Chicco hanno ottenuto importanti e concreti risultati: la creazione e la gestione di una rete di Case Famiglia e il Centro Servizi alla Famiglia a Napoli, la trasformazione di una Comunità di Accoglienza in Casa Famiglia a Milano – per offrire supporto ai bambini e alle coppie affidatarie e iniziare, ove possibile, il reinserimento dei bambini nella famiglia di origine. Per il 2006 è previsto, oltre al proseguimento del supporto a queste strutture, l?apertura della nuova Casa Famiglia di Mestre.

Per sostenere il progetto ?Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie? del 2006, dal 1° novembre al 31 dicembre 2006, ad ogni acquisto nei Negozi Chicco, presenti in tutta Italia, una quota sarà devoluta all?Associazione Amici dei Bambini.

La quota raccolta servirà a:
– sostenere e aiutare la Casa Famiglia ?Il Bruco e la Farfalla? a San Giovanni a Teduccio (Napoli) e la Casa Famiglia del Giambellino a Milano, provvedendo a tutto ciò di cui i bambini hanno bisogno;
– Inaugurare la Casa Famiglia ? Centro Servizi a Mestre

Per novembre 2006 è prevista l?apertura di una Casa Famiglia a Mestre con la presenza di una coppia di genitori, che accoglie stabilmente 4 bambini e diventa un Centro di riferimento per la formazione e l?accompagnamento di altre famiglie affidatarie. Il programma è realizzato in collaborazione con l?Associazione ?La Tenda? di Mestre, che da anni opera con interventi concreti per prevenire l?istituzionalizzazione e favorire il reinserimento, offrire un?accoglienza familiare alternativa all?istituto e creare una rete tra le famiglie.

Testimonial della campagna 2006: Alessia Marcuzzi, Roberto Mancini, Alessandro e Sabrina Gassman, Fabrizio Ferri ed Alessandra Ferri e Roberta Lanfranchi.

Come contribuire ulteriormente all?iniziativa:
– in tutti i Negozi Chicco è possibile trovare il Gommottino simbolo della campagna di sensibilizzazione. Il Gommottino è un succhietto colorato, simbolo dell?impegno di ciascuno nell?affrontare l?emergenza abbandono, evoca la vulnerabilità, il bisogno d?affetto, di tenerezza e di attenzione del bambino. Il Gommottino è da indossare o appendere in vista: alla giacca, alla borsa, al cellulare e alle chiavi. Per dimostrare il proprio impegno ed appoggio e diventare testimone dell?emergenza abbandono. Puoi trovare i Gommottini nei negozi Chicco con una donazione minima di 5 euro, il ricavato sarà completamente destinato al sostegno delle Casa Famiglia del Progetto ?Chiudono gli Istituti, apriamo le famiglie? di Chicco e Amici dei Bambini.
– Effettuando donazioni on line attraverso l?area riservata dei siti internet www.aibi.it e www.chicco.com
– Facendo un versamento con i bollettini postali, presenti nei Negozi Chicco.

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