Famiglia

Bambini di Cernobyl: chi li accoglie. L’Italia, terra terapeutica

In questi anni sono stati più di 20mila i piccoli venuti nella penisola, grazie all’intervento di grandi associazioni come Legambiente e Anpas.

di Carmen Morrone

Arrivano in Italia di solito per le vacanze estive, per valigia un sacchetto di plastica, nel cuore un po? di nostalgia, negli occhi molta curiosità per un mondo così diverso. Sono i bambini di Cernobyl che vengono ospitati ogni anno dalle famiglie italiane per i ?soggiorni terapeutici?. Era il 1994 quando Legambiente lanciava il progetto Cernobyl, un?iniziativa di aiuto all?infanzia e alle popolazioni dell?Ucrania e della Bielorussia che ad oggi ha portato nel nostro Paese 20mila bambini. Sull?onda della campagna di Legambiente moltissime altre associazioni, se ne contano più di 300, hanno avviato esperienze di accoglienza di bambini e bambine dai 7 ai 12 anni, tanto che ogni anno in Italia sono 35mila gli ospiti Questi bambini provengono da quelle che nel 1986 erano la regioni della Russia Bianca dell?Urss, terre povere popolate da contadini. All?indomani dello scoppio del reattore nucleare chi viveva nella cittadina di Cernobyl fu trasferito, senza sfuggire però all?inevitabile nube sprigionatesi dalla centrale. Secondo i medici per abbassare il rischio di malattie soprattutto nei bambini è necessario avere un?alimentazione non contaminata e dare al giovane e reattivo fisico la possibilità di trascorrere periodi in ambienti sani per disintossicarsi. Ma a causa della scarsità dei fondi a disposizione in molte zone contaminate non si esegue neanche uno dei tre controlli programmati sul terreno e sui prodotti agricoli. E i bambini che non vanno a scuola restano totalmente fuori da esami e verifiche sanitarie che vengono realizzate solo con l?ausilio del sistema scolastico. Andare all?estero dunque per questi bambini significa prima di tutto poter fare visite mediche, anche se le associazioni sottolineano qualche difficoltà, come racconta Patrizia Morandi, vicepresidente dell?associazione Puer di Roma: “I bambini non possono ricevere cure o fare esami considerati invasivi, come ad esempio una scintigrafia alla tiroide per la quale sono necessarie autorizzazioni lunghe da ottenere e che spesso arrivano a soggiorno concluso”. Il soggiorno all?estero resta sicuramente un?occasione per questi bambini, che sono accolti dalla famiglie ospitanti con allegria e affetto, ma il mondo delle associazioni lavora anche per migliorare le condizioni di vita in Bielorussia e Ucraina. “Con il progetto Humus sosteniamo la produzione di cibo non contaminato e attraverso l?ambulatorio si cerca di sviluppare una rete di controlli sanitari il più capillari possibile”, afferma Angelo Gentili della segretaria nazionale di Legambiente. “Siamo convinti che le azioni verso le popolazioni vittime dell?incidente di Cernobyl siano molto importanti, ma prive di significato senza il coinvolgimento della comunità internazionale in termini di cooperazione per la messa in sicurezza della centrale”.

Info: Legambiente A.N.P.AS. www.puer.it


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