Mondo
Bambini bielorussi, solidarietà senza ambiguità
La definizione di bambini come merce di prova, che abbiamo virgolettato tra le notizie sul nostro sito internet, è da attribuire a un interessante intervento tenuto da Giulia De Marco...
La definizione di bambini come ?merce di prova?, che abbiamo virgolettato tra le notizie sul nostro sito internet, è da attribuire a un interessante intervento tenuto da Giulia De Marco, già presidente del Tribunale dei minorenni di Torino, alla Conferenza nazionale della famiglia a Firenze, nel corso della sessione di lavoro «La famiglia che accoglie».
Il quadro tracciato dal relatore scelto dal ministro Rosy Bindi per rappresentare la realtà italiana dell?accoglienza e le relative prospettive è alquanto sconfortante: fallimento della legge 149 del 2001, poche le adozioni internazionali concluse ogni anno – poco più di 3mila a fronte di decine di migliaia di coppie idonee -, mancato decollo dell?affido, troppi minori in Italia, oltre 30mila, ancora ?fuori famiglia?. Un?emergenza che non può essere ignorata.
In questo quadro la De Marco ha affrontato anche il tema dei viaggi solidaristici, sui quali AiBi è da sempre contraria quando coinvolgono i bambini orfani o in stato di abbandono: per loro non esiste altra strada se non la famiglia. I soggiorni climatici, semmai, sono da proporre per tutti i bambini in stato di disagio che però, quando tornano nel loro Paese, riabbracciano la loro famiglia. Nella relazione di De Marco, questa tesi è sostenuta in pieno, tanto che l?ex magistrato ribadisce «il divieto che minori in situazione di abbandono partecipino ai soggiorni solidaristici (…) né vale sostenere, a giustificazione, che i soggiorni climatici in realtà sono uno strumento per dare una chance ai minori che (…) difficilmente sarebbero adottati».
Se di viaggi solidaristici bisogna parlare, che siano allora finalizzati all?adozione, con famiglie preparate all?accoglienza di un minore che non ha bisogno di ulteriori traumi rispetto a quello già vissuto dell?abbandono. Questo è il contenuto del nostro ricorso al Tar, che sarà discusso il prossimo 7 luglio, per cui chiediamo una modifica in tal senso delle Linee guida 2005 del Comitato minori stranieri, quelle che ancora regolano questi viaggi.
In quanto a costi e tempi di attesa per le adozioni, la lettrice ha assolutamente ragione: AiBi da sempre sostiene da un lato la necessità che le adozioni internazionali diventino gratuite, così come accade per le adozioni nazionali, sostenute dallo Stato; dall?altro, non servono leggi o nuove regole, solo che le adozioni rientrino nella politica estera del nostro Paese. E per la Bielorussia, Paese verso il quale AiBi non svolge attività di adozione, occorrerebbe solo volontà politica: 600 bambini già abbinati a coppie italiane potrebbero finalmente diventare figli.
Marco Griffini è presidente AiBi – Amici dei Bambini
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